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Compliance privacy: i vantaggi della nomina del Data Protection Officer tra obbligo e opportunità

Compliance privacy: i vantaggi della nomina del Data Protection Officer tra obbligo e opportunità

Chi si occupa di privacy fin dall'entrata in vigore della prima normativa, ormai venticinque anni fa, sa che il principale problema per tutti i soggetti economici che si sono adeguati alle prescrizioni obbligatorie in questi anni è sempre stato quello di dare continuità a quanto fatto. In moltissimi casi le aziende si sono armate di buona volontà, hanno adottato gli adempimenti obbligatori con diligenza, facendosi supportare magari da professionisti di qualità e poi però hanno seppellito tutto quanto fatto in un cassetto, fino a che una nuova esigenza specifica non si fosse ripresentata.

Il preoccupante lato oscuro della videosorveglianza

Il preoccupante lato oscuro della videosorveglianza

Scriveva Cesare Pavese che la fantasia umana è immensamente più povera della realtà, e in effetti, la notizia riportata recentemente dal principale quotidiano israeliano Haaretz è di quelle che lasciano senza parole: una start up israeliana ha sviluppato un software di videoanalisi intelligente denominato “Toka”, non solo in grado di accedere a tutte le telecamere a circuito chiuso, ma anche in grado di modificare le immagini riprese in “live” e alterare le registrazioni del passato.

Dalle recenti maxi sanzioni inflitte a Meta una importante lezione per i DPO

Dalle recenti maxi sanzioni inflitte a Meta una importante lezione per i DPO

Come è noto, uno dei nodi importanti affrontato dal GDPR è stato quello di assicurare che fossero chiari i rapporti tra le autorità di protezione dei dati dei vari paesi, sia sotto il profilo della ripartizione delle competenze tra esse, che sotto quello della conformità dei criteri adottati per applicare le norme del Regolamento UE, e sia per gli aspetti relativi alla qualificazione degli eventuali trattamenti illeciti di dati, che alla definizione delle sanzioni da adottare.

Per lo sviluppo sostenibile della società digitale la privacy deve essere davvero inclusiva

Per lo sviluppo sostenibile della società digitale la privacy deve essere davvero inclusiva

Che la privacy sia un diritto fondamentale è diventato ormai uno slogan che siamo abituati a sentire risuonare come un mantra, ma anche se l’art.8 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea afferma che “ogni persona ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che la riguardano”, la realtà della società digitale attuale è purtroppo ben diversa.

L’utilizzo sconsiderato di intelligenze artificiali mette a rischio i dati biometrici, soprattutto dei minori

L’utilizzo sconsiderato di intelligenze artificiali mette a rischio i dati biometrici, soprattutto dei minori

Dalla fantascienza alla realtà, ormai le intelligenze artificiali hanno invaso le nostre vite, e non sono più fonte di sorpresa quanto piuttosto di curiosità.  Lo sdoganamento dell’utilizzo di intelligenze artificiali per attività frivole come, ad esempio, modificare la propria immagine, può provocare gravi conseguenze, se viene fatto senza tener conto dell’importanza di tutelare la propria immagine da trattamenti che potrebbero implicare anche la raccolta dei dati biometrici. In particolare, sta spopolando, soprattutto tra i più giovani, un bot su Telegram per trasformare la propria foto in un cartone Manga.

Dati in vendita? Il rischio è rendere i diritti negoziabili

Dati in vendita? Il rischio è rendere i diritti negoziabili

Attorno al tema della valorizzazione economica dei dati personali, negli ultimi mesi, si è sviluppato un dibattito interessante e attuale, ma, per certi versi, sorprendente. In parole semplici, ci si chiede se, e a quali condizioni, si possa riconoscere un valore economico a informazioni come il nome, le abitudini di acquisto, le preferenze di navigazione, i gusti, le aspirazioni. Non sfugge a nessuno come al giorno d'oggi, le nostre vite, il business delle aziende e l'azione delle pubbliche amministrazioni hanno a che fare con la circolazione e il trattamento dei dati.

Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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