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Le implicazioni sociali di app e intelligenza artificiale: necessario ed urgente avviare una seria riflessione globale

E’ ancora impressa nella nostra memoria la storia della bimba di dieci anni originaria di Palermo morta nel 2021 impiccata a seguito della “blackout challenge” su Tik Tok: la sfida, lanciata sulla piattaforma di Zhang Yiming e consistente nel mostrare il proprio coraggio e capacità a resistere il maggior tempo possibile con una cintura, sciarpa o corda stretta al collo.

Intelligenza artificiale:necessario ed urgente avviare una seria riflessione globale

In quella occasione il Garante impose una limitazione provvisoria del trattamento dei dati «degli utenti che si trovano sul territorio italiano per i quali non vi era assoluta certezza dell’età» e portò alla cancellazione di oltre 400.000 account (Vedi provv. N. 20 del 22 gennaio 2021; provv. N.61 dell’11 febbraio 2021; provv. N.126 del 25 marzo 2021).

Il 04 aprile 2023 l’ICO (Information Commissioner’s Office) il garante inglese, ha comminato una sanzione di 12,7 milioni di sterline proprio a Tik Tok, per avere permesso a 1,4 milioni di bambini britannici sotto i 13 anni l’uso della piattaforma.

Questa di Tik Tok è solo l’ultima di una serie di vicende che vedono la lesione di diritti fondamentali nei confronti dei minori, una categoria di interessati particolarmente tutelata dal Regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR). Ma non è tanto e solo l’uso dei social a destare allarme, quanto il dilagare di soluzioni di intelligenza artificiale che il mercato ci continua a proporre. Con provvedimento del 30 marzo 2023 [doc. web n. 9870832] l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha emesso un provvedimento di limitazione provvisoria del trattamento nei confronti della società OpenAI, che ha sviluppato il noto software di intelligenza artificiale ChatGPT, in grado di simulare conversazioni umane.

Nel provvedimento scaturito da un data breach, che ha visto coinvolta la società statunitense, il Garante ha rilevato diverse violazioni della disciplina in tema di protezione dei dati personali. Oltre all’assenza di una informativa agli utenti, di filtri idonei a verificare l’età di chi si registra (il servizio sarebbe rivolto ai maggiori di 13 anni), l’Autorità ha contestato l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma.

Avvocato Marco Soffientini, esperto di Privacy e Diritto delle nuove Tecnologie

(Nella foto: l'Avvocato Marco Soffientini, esperto di Privacy e Diritto delle nuove Tecnologie. E' Data Protection Officer di Federprivacy)

All’esito degli incontri, seguiti al suindicato provvedimento, tra i vertici aziendali e l’Autorità Garante, quest’ultima con un successivo provvedimento (Provv. 11 aprile 2023 – [doc. web n. 9874702] ha dato tempo alla società fino al 30 aprile 2023 per adottare le seguenti misure:

- In merito alla base giuridica eliminare ogni riferimento all’esecuzione di un contratto e di indicare, invece, in base al principio di accountability, il consenso o il legittimo interesse;
- Consentire a tutti gli interessati (utenti e non del servizio) di esercitare in modo semplice i diritti previsti dal Regolamento (UE) 2016/679 con particolare attenzione al diritto di rettifica, cancellazione e opposizione;
- Introdurre un sistema, entro il 30 settembre 2023, che consenta di verificare l’età degli utenti;
- Svolgere di concerto con il Garante, entro il 15 maggio 2023, una campagna di informazione sull’uso dei dati personali raccolti per l’addestramento della piattaforma.

L’implementazione delle misure indicate potrà comportare la revoca del provvedimento di sospensione del 30 marzo. ChatGPT non è, però, l’unico software di intelligenza artificiale in grado di ledere diritti e libertà fondamentali e molte altre numerose applicazioni deepfake possono avere ripercussioni psico-fisiche devastanti. Si pensi ad app come “BikiniOff”, l’applicazione che “spoglia” le persone, e che ha causato la denuncia di due ragazzini per avere diffuso fotografie delle compagne nude in una scuola della capitale.

Siamo in presenza di software di intelligenza artificiale in grado di creare foto o video falsi, partendo da contenuti reali e riuscendo a modificare o ricreare in modo molto realistico le caratteristiche di un volto o di un corpo. E’ evidente e quanto mai necessario ed urgente avviare una seria riflessione globale sulle implicazioni sociali dell’intelligenza artificiale. Non a caso anche alcuni pionieri dell’informatica e della tecnologia hanno iniziato ad esprimere perplessità sull’uso dell’IA. e a chiederne una moratoria.

Note Autore

Marco Soffientini Marco Soffientini

Avvocato esperto di protezione dei dati personali, Data Protection Officer di Federprivacy. Autore Ipsoa, docente Unitelma Sapienza, Privacy Officer certificato TÜV Italia, Fellow Istituto Italiano Privacy.  - Twitter: @msoffientini1

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