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Un avvocato che ha risposto in ritardo a una richiesta di accesso dei suoi dati non è stato sanzionato dal Garante pur violando il GDPR per aver oltrepassato i termini concessi, perché il danno è stato ritenuto minimo, e per questo ha ricevuto “solo” un ammonimento dall’autorità.

Avvocato ammonito per non avere risposto in tempo alle richieste di informazioni su un procedimento. Il ritardo nel fornire i dati è una violazione della privacy. Così il Garante privacy, che nel provvedimento 17/2022 affronta una particolare sfaccettatura dell'applicazione della privacy agli studi legali. Tra l'altro, nel caso concreto, solo un rapido, anche se tardivo, ravvedimento operoso dell'avvocato gli ha evitato l'applicazione di sanzioni pecuniarie.

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Rilasciata a quasi 500 professionisti, per ottenere la certificazione TÜV di Privacy Officer è necessario partecipare ad un corso riconosciuto o sostenere un test preliminare. Solo 5 le opzioni rimaste nel 2019 per i percorsi propedeutici con un'edizione del Master Privacy Officer a novembre, e quattro corsi organizzati da Wolters Kluwers nelle città di Milano, Bologna, Napoli, e Verona. Rigoroso anche il processo di mantenimento e rinnovo della certificazione. Validi per l'aggiornamento dei professionisti certificati la "Master Class GDPR Update" organizzata da CPL Concordia a Milano, e due edizioni del "Corso pratico di specializzazione per consulenti Data Protection" organizzato da Privacy365 a San Marino.

Una check-list gratuita a favore dei commercialisti per adempiere alla normativa sulla protezione dei dati personali, si è resa necessaria per "un livello insufficiente di adeguamento alla normativa da parte degli ordini territoriali". È quanto si appresta a mettere a disposizione il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Cndcec), secondo quanto riportato nell'informativa n. 62/2022 pubblicata il 13 luglio 2022, che riferimento agli adempimenti in materia di privacy previsti dal Gdpr.

Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti ha pubblicato il documento “Linee guida per l’adempimento degli obblighi privacy negli Ordini professionali”, elaborato dalla Commissione “Privacy Ordini professionali” istituita nell’ambito dell’area di delega “Compliance e modelli organizzativi delle imprese”, affidata alla Consigliera Nazionale Eliana Quintili.

Il “gender gap” è un tema sempre più attuale. Secondo l’ultima analisi annuale del World Economic Forum quest’anno l’Italia ha perso 16 posizioni, piazzandosi al 79 posto nel mondo. Le esperte femminili in materia di protezione dei dati costituiscono una quota del 34% sul totale dei professionisti iscritti a Federprivacy, con punte del 41% per la Lombardia e con sostanziale parità in Umbria. 

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Nel 2021 i nuovi servizi che i professionisti dell’area economico-giuridica offriranno sono soprattutto la consulenza per le crisi di impresa e quella per la compliance alle normative sulla privacy e le nuove tecnologie. Oltre che l’assistenza alle start up. Guarda soprattutto alle novità legislative l’orizzonte di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro. È questo il dato che emerge dall’analisi dell’Osservatorio Professionisti e innovazione del Politecnico di Milano sul proprio campione di tremila studi di avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e studi multidisciplinari, statisticamente rappresentativi delle varie realtà italiane, quindi sia di piccole che medie e grandi dimensioni.

Gli ordini professionali mettono nel mirino i social network. Dall'emanazione di regole e linee guida, con la previsione di sanzioni e procedimenti deontologici, alla realizzazione di corsi e workshop, gli organismi di rappresentanza delle categorie hanno alzato l'attenzione sull'utilizzo delle piattaforme social da parte degli iscritti. Sia per controllarli che per aiutarli a migliorare le proprie performance.

Che anno è stato il 2021 per i professionisti della privacy? E quali sono le tendenze per i prossimi mesi? A tali domande offre risposta l’edizione di quest’anno del “Privacy Governance Report”, la ricerca prodotta dall’International Association of Privacy Professionals (IAPP) in collaborazione con EY e EY Law.

Una dirigente del Tribunale di Firenze, imponeva più volte procedimenti disciplinari a un proprio sottoposto, con sanzioni, di seguito annullate. Il dipendente col tempo si dimetteva dall’incarico e iniziava la professione forense. Successivamente, il caso voleva che le strade dei due si incrociassero nuovamente e la dirigente, ravvisando comportamenti (a suo parere) deontologicamente scorretti nell’ex collaboratore ora dedito alla libera professione di avvocato, presentava un esposto al competente Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (sempre in Firenze). 

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Camera dei Deputati: Artificial intelligence e sostenibilità

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