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Visualizza articoli per tag: mercato digitale

Il 23 aprile 2022 la Presidente van der Leyen ha annunciato, con un twitt già ormai storico, che dopo quasi un anno e mezzo di trattative tra il Parlamento e il Consiglio, è stato raggiunto l’accordo tra le istituzioni europee sul Digital Services Act (DSA), la proposta di regolazione dei servizi digitali e, in particolare, dei servizi offerti dalle grandi piattaforme digitali USA che, insieme al Digital Market Act (DMA), sul quale già si era trovato un accordo il tra Consiglio e Parlamento il 28 marzo 2022, costituisce il Digital Services Act Package presentato dalla Commissione fin dal 15 dicembre 2020, in adesione al programma elettorale della Presidente della Commissione.

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L’Unione Europea ha definito negli ultimi tempi una strategia digitale attraverso l’emanazione di importanti provvedimenti quali il Regolamento sui servizi digitali (Digital Services Act), il Regolamento sui mercati digitali (Digital Market Act) ed il Regolamento sulla governance dei dati (Digital Governance Act). Naturalmente tutti questi provvedimenti sono destinati ad avere degli importanti impatti in materia di protezione dei dati personali, e perciò Federprivacy ha pubblicato la Circolare 2-2022 a cura di Michele Iaselli.

È adesso disponibile nello Shop Online di Federprivacy il nuovo libro “Privacy e libero mercato digitale” edito da Giuffrè a cura di Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy. Questo volume è dedicato alla convergenza tra regolazioni nel mercato data-driven e al bilanciamento tra diritti alla privacy e alla protezione dei dati personali e altri interessi, diritti e libertà.

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General Data Protection Regulation (Gdpr): porta questo nome il regolamento portatore di una rivoluzione sugli obblighi delle imprese sul fronte della protezione dei dati personali, in vigore da venerdì 25 maggio. Fra i soggetti che dovranno vedersela con una serie di nuovi adempimenti ci sono proprio i siti web, anche se la strada per l’adeguamento alle nuove norme europee (regolamento Ue 2016/679) sembra ancora lunga. “A parte la maggioranza delle grandi aziende che hanno affrontato per tempo il tema del Gdpr”, ha dichiarato il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi, in un evento romano dedicato al tema, “per pmi e pubbliche amministrazioni saranno necessari diversi mesi prima che si possa auspicare di vedere un livello di conformità accettabile e, come nel caso dell’euro, occorre un loro cambio di mentalità”.

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Il Parlamento UE chiede regole a prova di futuro per i servizi digitali, comprese le piattaforme e i mercati online, e un meccanismo vincolante per far fronte ai contenuti illeciti online. Come si legge in un comunicato stampa del Parlamento Europeo, i deputati hanno approvato ieri due relazioni d’iniziativa legislativa distinte, in cui si chiede alla Commissione di risolvere le attuali lacune normative relative all'ambiente online, nel suo pacchetto di legge sui servizi digitali (DSA, Digital Services Act) che sarà presentato a dicembre.

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Sul web gli utenti si imbattono in numerosi trabocchetti e strattagemmi studiati per persuadere gli utenti a rinunciare alla protezione dei loro dati personali. Oltre mezzora per leggere le complesse informative dei colossi di internet. Tra i subdoli escamotage anche slogan ingannevoli che fanno leva proprio sulla privacy e veri e propri percorsi ad ostacoli per cercare di cancellare i propri dati. Bernardi: “Utenti trattati più come polli da spennare che come potenziali clienti da fidelizzare, a rischio la fiducia sul mercato digitale”. Circolare di Federprivacy sulla trasparenza con il Gdpr.

Il 16 maggio 2022 il Consiglio della UE ha approvato in via definitiva il Digital Governance Act che ora è in corso di pubblicazione. Il nuovo regolamento entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione in G.U. della UE prevista prima dell’estate e dovrà essere applicato negli Stati membri allo scadere dei 12 mesi successivi alla data della sua entrata in vigore nella UE.

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Nella società digitale la possibilità di acquisire informazioni personali e utilizzarle illecitamente per discriminare i cittadini è continuamente dietro l’angolo, tanto più con l’intelligenza artificiale che necessita di essere attentamente regolata non solo da norme giuridiche, ma anche da principi etici di base, che sono indispensabili per evitare scenari finora riservati agli incubi e, purtroppo, anche ai fantasmi della storia passata.

La pandemia da Covid-19 ha dissipato ogni eventuale dubbio su quanto sia importante la trasformazione digitale per dare un impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività del Sistema Paese, e per questo il Governo Draghi ha inserito tra gli obiettivi del suo ambizioso “PNRR” (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) la digitalizzazione della pubblica amministrazione e del sistema produttivo.

Lo scorso 15 dicembre il Parlamento europeo ha approvato il mandato negoziale per il Digital Markets Act (DMA), una proposta legislativa che, insieme a quella sui servizi digitali (Digital Services Act), rappresenta un pilastro fondamentale del pacchetto digitale predisposto dalla Commissione europea.

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Il furto d'identità con l'intelligenza artificiale

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