NEWS

Le vostre abitudini di spesa rivelano tratti della vostra personalità, e qualcuno può approfittarne

Quando aggiorniamo il nostro stato su WhatsApp o mettiamo un “like” su Facebook raccontiamo al web qual è il nostro stato d’animo e quali sono le nostre preferenze, fornendo informazioni personali che potranno essere analizzate da sofisticati algoritmi ed utilizzate per proporci pubblicità mirata sulla base dei nostri comportamenti online.

Come se gli effetti di internet non fossero già abbastanza invasivi nella nostra sfera privata, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Psychological Science, ora anche il modo in cui spendiamo i nostri soldi può essere usato per rivelare certi aspetti della nostra personalità.

I ricercatori dell’University College di Londra e della Columbia University di New York hanno infatti testato con quale accuratezza sia possibile prevedere i tratti psicologici degli individui in base alle loro abitudini di spesa. Per fare ciò, hanno reclutato 2.193 persone per partecipare a un’indagine in cui sono state analizzate un totale di 2 milioni di transazioni di spese da carte di credito e operazioni bancarie.

Anche se i risultati dello studio, effettuato con l’ausilio di una tecnica di machine-learning, hanno mostrato una precisione predittiva più elevata per alcuni tratti psicologici rispetto ad altri, tuttavia i risultati hanno fornito previsioni accurate per caratteristiche specifiche come “materialismo” e “autocontrollo”.

Esaminando poi specifiche correlazioni tra categorie di spesa e caratteristiche, gli psicologi hanno scoperto che le persone più aperte a fare esperienze tendono a spendere di più per i voli aerei, quelle più estroverse a fare più acquisti per ristoranti e drink, quelle più coscienziose a investire i propri soldi nel risparmio, e quelle più materialiste a spendere di più in gioiellerie e meno in donazioni rispetto a quelle predisposte per iniziative umanitarie.

I ricercatori hanno anche scoperto che coloro che hanno rivelato un maggiore self-control riescono a risparmiare sulle commissioni bancarie, mentre quelli più ansiosi sono più riluttanti a fare acquisti con pagamenti rateali.

Poichè le metodologie analitiche usate in questa ricerca hanno un’estesa applicabilità nei settori bancari e finanziari, sorgono adesso significative sfide di carattere etico, in quanto a insaputa degli utenti e senza il loro consenso le società finanziarie potrebbero potenzialmente sfruttare le informazioni predittive riguardanti la personalità per identificare e schedare individui con determinati tratti psicologici ed emotivi indirizzandoli (ad esempio attraverso la pubblicità mirata) ad una varietà di prodotti e servizi sui quali le loro decisioni possono essere fortemente influenzate, nonostante possa trattarsi magari anche di investimenti che comportano un rischio elevato.

Fonte: Forbes - Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy – @Nicola_Bernardi

Note sull'Autore

Nicola Bernardi Nicola Bernardi

Presidente di Federprivacy. Consulente del Lavoro. Consulente in materia di protezione dati personali e Privacy Officer certificato TÜV Italia, Of Counsel Ict Legal Consulting, Lead Auditor ISO/IEC 27001:2013 per i Sistemi di Gestione per la Sicurezza delle Informazioni. Twitter: @Nicola_Bernardi

Prev Faceapp: bye bye privacy per un pugno di risate
Next La storia del data breach di Nexi, vera o falsa che sia, invita tutti a riflettere

Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

Mappa dell'Italia Puglia Molise Campania Abruzzo Marche Lazio Umbria Basilicata Toscana Emilia Romagna Calabria

Rimani aggiornato gratuitamente con la nostra newsletter settimanale
Ho letto l'Informativa Privacy