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La gestione dei dati di clienti e dipendenti in studio va sempre monitorata. Il professionista deve non solo procedere subito alla cancellazione dei dati su richiesta dell’interessato, ma deve di propria iniziativa cancellare i dati, quando non sono più necessari rispetto allo scopo per cui sono stati raccolti.

Lunedì, 20 Luglio 2020 00:51

Cos'è il 'Data Wiping'?

Per Data Wiping si intende la cancellazione definitiva di un file dal proprio computer. A differenza di quello che si potrebbe pensare, quando si formatta un dispositivo di memoria o un hard disk, non è assolutamente detto che i vecchi dati non siano più recuperabili. Semplicemente il sistema operativo sa che lo spazio prima occupato dal file (o dai files), è disponibile e quindi potrà “riscriverci” sopra.

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In rete crescono le discariche virtuali di rifiuti digitali. Quantità enormi di informazioni-spazzatura, che vanno ad aggiungersi all'ammasso del darkweb e del deep web, in cui è possibile trovare corpi virtuali di reati informatici e ricettazioni digitali di reati del mondo reale. Dal 2014 a oggi a Google sono arrivate dall'Europa, in virtù delle leggi sulla privacy vigenti nel Vecchio continente, oltre 990 mila richieste di cancellare quasi 4 milioni di URL (per la precisione 3.894.886) e quasi la metà è stata effettivamente rimossa.

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Uno dei temi più seguiti dagli addetti ai lavori è quello del «diritto all'oblio», in particolare quando e se questo diritto deve prevalere sul diritto di cronaca e di espressione. Mi viene segnalata, al riguardo, una recentissima determinazione del nostro Garante per la privacy relativa all'eventuale cancellazione di un articolo dell'archivio online di un quotidiano.

L’autorità per la privacy accoglie la richiesta di un ex aderente che aveva chiesto la cancellazione dei suoi dati personali dal registro dei battezzati della confessione religiosa.

L’utente ingiustamente bannato da un social network ha diritto di ottenere il risarcimento del danno subìto a causa della sospensione delle proprie relazioni sociali. Lo ha ribadito la Corte d’appello dell’Aquila con la sentenza 1659 pubblicata lo scorso 9 novembre che fa il punto sul rapporto contrattuale che si instaura quando ci si iscrive a una community virtuale. La vicenda trae origine dal ricorso con rito sommario presentato da un utente sospeso da Facebook per oltre quattro mesi per aver pubblicato alcune foto di Mussolini, didascalie e commenti che evocavano la sua appartenenza politica, oltre a post taglienti e sprezzanti. Il social network aveva sospeso in più occasioni l’account per violazione degli «standard della comunità».

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Google paga i danni morali per la mancata rimozione delle url - relative ad una notizia oggetto di una condanna per diffamazione - comprese quelle riferibili ai siti gestiti da altri motori di ricerca. E questo perché Google come internet service provider, mette a disposizione degli utenti i riferimenti necessari per identificarli. La Cassazione (sentenza 18430/2022) respinge il ricorso di Google Llc, contro la condanna a pagare 25 mila euro di danni morali a causa della sofferenza patita da un utente.

La recente Sentenza della Cass. Pen. n. 48895/18, che si è occupata della fattispecie criminosa dell’“accesso abusivo a un sistema informatico” di cui all’art. 615 ter cp, offre l’occasione per alcune riflessioni sulla figura del “dirigente aziendale” e sulle “modalità di conferimento del potere di acceso all’interno di un sistema informatico”.

Dal 1° gennaio 2023, per legge gli imputati che sono stati assolti o in seguito all’archiviazione del loro caso in un procedimento penale hanno diritto alla cancellazione del proprio nominativo dai motori di ricerca. È quanto prevede l’articolo 64-ter della legge Cartabia sul “Diritto all’oblio degli imputati e delle persone sottoposte ad indagini”.

L’eliminazione di un trattamento di dati personali è una delle componenti del “ciclo di vita del trattamento”, spesso trascurata; essa si compone di due fasi: l’interruzione del trattamento vero e proprio, ovvero il Titolare non raccoglie più dati afferenti a quel trattamento; e l’eliminazione definitiva ed irreversibile dei dati che il Titolare conserva, afferenti a quel trattamento. In questo articolo, si presenta un esempio di estratto della procedura “Privacy by design” (principio previsto dall’art.25 del Gdpr) che riguarda l’interruzione e l’eliminazione del trattamento in un’organizzazione che dispone di un sistema di gestione della protezione dei dati ed in cui è presente la figura del DPO.

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Arezzo TV, lo speciale dedicato al Privacy Day Forum 2024

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