Presentato il decalogo per la gestione etica dei dati personali nella società digitale
Presentato ieri il “Decalogo per una gestione etica dei dati personali nella società digitale”, a cui ha aderito anche Federprivacy. Alla presentazione ufficiale, avvenuta durante il primo “Forum Nazionale dei DPO” organizzato da Anorc, è intervenuto anche Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy.
(Nella foto: Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy)
Durante l’evento, moderato dall’Avv. Andrea Lisi, i rappresentanti delle principali associazioni che si occupano di protezione dei dati hanno discusso della funzione strategica del data protection officer inteso quale “alfiere” del Garante per la Privacy, che funge da punto di contatto con la stessa Autorità, oltre che fare da supporto all’organizzazione presso la quale ricopre tale posizione, al fine di sorvegliare l’osservanza del Gdpr e delle altre norme in tema di protezione dei dati personali.
Nell’esprimere il proprio apprezzamento per l’iniziativa di Anorc, nel corso della sua relazione Bernardi ha rammentato come Gdpr abbia rappresentato un notevole passo avanti rispetto alla vecchia normativa sulla privacy fatta di “informative lunghissime e spesso scritte in legalese, in cui per esercitare un qualche straccio di diritto si doveva cercare di contattare un operatore oltreoceano sperando che qualcuno si degnasse di prenderci in considerazione rispondendo alla nostra richiesta”.
Anche se con il Regolamento UE, in generale le informative si stanno piano piano snellendo e sono più comprensibili, e adesso vi sono diritti più concreti che l’interessato può esercitare anche rivolgendosi al Dpo dell’organizzazione, il presidente di Federprivacy ha però constatato che “purtroppo internet non è ancora quell’ambiente in cui ci dovremmo sentire a nostro agio, di cui ci dovremmo fidare per comunicare tranquillamente i propri dati personali, e dove vorremmo trovare quella trasparenza che serve per il pieno sviluppo del mercato digitale”.
Citando una nuova ricerca di Save the Children appena pubblicata, la quale ha evidenziato che il 29,3% dei ragazzi non è in grado di scaricare un file da una piattaforma della scuola, e il 32,8% non sa utilizzare un browser per l'attività didattica, Bernardi ha espresso la propria preoccupazione per i millennial che oggi sono potenziali soggetti vulnerabili a causa di skills non adeguate e che per questo domani potrebbero non essere in grado di difendere i loro dati personali e la loro privacy.
Il plauso di Federprivacy è andato quindi all’iniziativa di Anorc, “additando il Dpo come unico baluardo che può trovare un equilibrio tra logiche di mercato e diritti degli interessati che necessitano di maggiore consapevolezza, fiducia, e trasparenza sul web, tutti fattori che rientrano nel concetto di etica su cui è basato il decalogo”.