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Guido Scorza

Componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali. Twitter: @guidoscorza

È servita una sequenza inedita di episodi di violazioni della privacy in danno di interessati eccellenti o in contesti eccellenti perché il nostro Paese si accorgesse della centralità del diritto alla protezione dei dati personali nella società nella quale viviamo e della sua natura di ultimo baluardo delle libertà individuali e della nostra democrazia.

ClearviewAI, famosa in tutto il mondo per aver pescato a strascico online decine di miliardi di immagini di volti di miliardi di persone, averne estratto le impronte biometriche e averle messe in vendite nell’ambito di un servizio di riconoscimento facciale ha appena raggiunto un accordo per chiudere dodici class action proposte nei suoi confronti da chi lamentava una violazione della propria privacy.

Si sente spesso dire che il diritto alla privacy è nemico giurato del diritto alla salute e che si potrebbe fare tanta più ricerca medico-scientifica e curare i pazienti in maniera molto più efficace se solo il diritto alla privacy non si mettesse così spesso di traverso.

Ecco perchè non è una buona idea per chi usa le app di dating lasciare che un algoritmo – chiunque ci sia dietro – arrivi a conoscere così bene le nostre emozioni, i nostri desideri più intimi e il nostro cuore.

Venerdì, 01 Settembre 2023 09:34

Più che nativi digitali, sono disagiati digitali

Ragazze e ragazzine violentate da altri ragazzi e ragazzini con lo smartphone tra le mani per filmare tutto, filmare la violenza animale del branco, filmare il dolore come se si fosse su un set cinematografico con l’ansia di condividere quei video, quelle scene, quelle tragedie via social. Siamo davanti a un’autentica emergenza innanzitutto culturale ed educativa ma anche davanti a un fallimento regolamentare.

Per iscriverti devi inviare una foto al gestore del canale. Deve essere un nudo. Accettiamo solo utenti tra i 12 e i 17 anni”. E, ancora, “Accettiamo solo bambine tra i 5 e i 17 anni. Inizia a avere sesso in chat con il gestore del canale”. Sono solo alcuni dei titoli di gruppi – server in gergo – attivi su Discord, una delle più popolari app di comunicazione online al mondo identificati in un’inchiesta tanto bella quanto raccapricciante della NBC News.

In giro per il mondo ci sono circa 6,6 miliardi di smartphone attivi. Solo in Italia sono più o meno 80 milioni, quindi più degli abitanti. Nessuna sorpresa, quindi, se accanto al mercato degli smartphone nuovi ce ne sia uno sempre più fiorente di smartphone di seconda mano nel quale circolano telefonini venduti, comprati e scambiati direttamente tra utenti e dispositivi, come si dice, ricondizionati, da società specializzate che, prima li "rimettono a nuovo" e poi li rivendono.

La decisione del Garante per la protezione dei dati personali di avviare un’istruttoria nei confronti di OpenAI, la società che gestisce, tra gli altri servizi, ChatGPT e di ordinarle uno stop temporaneo dei trattamenti dei dati personali e la conseguente decisione della società americana di rendere temporaneamente inaccessibile il servizio dall’Italia hanno acceso un vivace dibattito sui social. Da una parte ci sono coloro che, per la verità meno numerosi, plaudono all’iniziativa e dall’altra quelli che la criticano, talvolta anche senza mezze misure, accusando il Garante di condannare l’Italia a rinunciare a uno dei più gettonati e, forse, utili ritrovati del progresso tecnologico e, così facendo, in qualche modo, a restare fuori dalle rotte del futuro.

Giovedì, 02 Marzo 2023 08:59

La privacy degli ‘ultimi’

«Noi pensiamo di discutere soltanto di protezione dei dati, ma in realtà ci occupiamo del destino delle nostre società, del loro presente e soprattutto del loro futuro». Diceva così Stefano Rodotà. E, naturalmente, aveva assolutamente ragione.

La notizia ormai è nota e ha fatto il giro dell’Europa e di Internet, attraversando poi l’oceano e sbarcando a Washington: con un provvedimento adottato il 9 giugno 2022 il Garante per la protezione dei dati personali ha accertato che i trasferimenti di dati personali negli Usa necessari al funzionamento del servizio Google Analytics, leader di mercato nei servizi di analisi di traffico e contatti di un sito internet, sono incompatibili con la disciplina europea sulla protezione dei dati personali o, più precisamente, lo è lo specifico trasferimento di dati personali posto in essere da uno delle migliaia di clienti italiani di Google: quello oggetto dell’istruttoria conclusasi, appunto, con l’adozione del provvedimento.

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Il presidente di Federprivacy a Report Rai 3

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