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Federprivacy

Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati, iscritta presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) ai sensi della Legge 4/2013. Email: [email protected] 

Anche il sistema di videosorveglianza può essere utilizzato per comprovare l'inadempimento disciplinare del dipendente: non ha dubbi in proposito la Corte di Cassazione (Sentenza 8375/2023), che ne ha ritenuto ammissibile l'uso nonostante tale sistema rientri nell'ambito di applicazione dell'articolo 4, comma 2, dello statuto dei lavoratori, nella specie relativa a vicende ricadenti nel testo della norma anteriore alle modifiche apportate dal Jobs act.

Nel mese di aprile i soci che attivano l'offerta del mese ricevono in omaggio il libro "La privacy degli ultimi” di Eduardo Meligrana e Guido Scorza, e la mini guida tascabile Privacy Primi Passi (nuova edizione 2023) a cura di Davide Sottili e Nicola Bernardi.

Per il reato di diffamazione a mezzo social network, commesso da più imputati con residenza in luoghi diversi e collocati in circondari diversi, la competenza per territorio appartiene al giudice del luogo in cui ha sede l’ufficio del pubblico ministero che per primo ha iscritto la notizia di reato. Ad affermare questo principio è la sentenza 7377/2023 della quinta sezione della Cassazione.

È stata programmata una nuova edizione del Master per Esperto Privacy del 2023, con la prima lezione in programma il 16 maggio e un programma articolato in 4 moduli che si concluderà il 4 luglio 2023 con l'esame finale per il rilascio dell'attestato delle competenze acquisite.

Pinduoduo è una delle app per lo shopping online più popolari in Cina, che vende abbigliamento, generi alimentari e praticamente qualsiasi altra cosa a oltre 750 milioni di utenti al mese. Ma secondo i ricercatori sulla sicurezza informatica, può anche aggirare la sicurezza dello smartphone degli utenti per monitorare le attività su altre app, controllare le notifiche, leggere i messaggi privati e modificare le impostazioni del dispositivo su cui è installata.

L'aver denunciato i comportamenti scorretti o illeciti dei colleghi non salva il whistleblower, che si sia macchiato delle medesime violazioni, dalle sanzioni. Lo scudo accordato al denunciante contro eventuali ritorsioni da parte del datori di lavoro, o comunque dei suoi dirigenti, non si trasforma dunque in una esimente per i comportamenti illeciti da lui autonomamente posti in essere. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, ordinanza 9148/2023, respingendo il ricorso di una infermiera di una Azienda ospedaliera pubblica sospesa per quattro mesi per aver svolto attività retribuita non autorizzata presso una struttura privata,per circa otto anni, guadagnando poco meno di 30mila euro.

Anche il semplice cittadino compie reato se viola la privacy. L'illecito penale perseguito dall'articolo 167 del decreto legislativo 196/03, infatti, non è limitato all'operatore qualificato ma esteso al semplice cittadino che diffonde dati sensibili senza consenso del titolare, anche se ne è entrato in possesso per caso: chiaro l'incipit della norma incriminatrice che punisce «chiunque» ponga in essere le condotte vietate. È quanto emerge dalla sentenza 13102/23, pubblicata il 29 marzo dalla terza sezione penale della Cassazione.

La diffusione in diretta, tramite videoconferenza, delle lezioni nel contesto della scuola pubblica rientra nell'ambito di applicazione del RGPD (Regolamento generale Ue sulla protezione dei dati). Lo chiarisce la Corte Ue con la sentenza sulla causa C-34/21 emessa a seguito del rinvio pregiudiziale tedesco.

Venerdì, 31 Marzo 2023 11:30

Il Garante della Privacy blocca ChatGPT

Stop a ChatGPT finché non rispetterà la disciplina privacy. Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto [doc. web n. 9870832], con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma. L’Autorità ha contestualmente aperto un’istruttoria.

Appello di Federprivacy a prestare particolare cautela il 1° aprile prima di condividere online notizie non attendibili: “Soggetti senza scrupoli approfittano della buona fede degli utenti per arricchirsi alle loro spalle”. Individuati 519 siti web che diffondono regolarmente bufale con una stima di 2,6 miliardi di dollari di ricavi annuali. Guido Saraceni: “Sfruttando la curiosità degli utenti c’è il rischio di vedere dei picchi record soprattutto con la scusa di un pesce d’aprile”. Bernardi:”Gli algoritmi ci fanno visualizzare sempre contenuti basati sulle nostre preferenze anche se si tratta di notizie false o fuorvianti”. Le Fake News al centro del dibattito al Privacy Day Forum.

Il furto d'identità con l'intelligenza artificiale

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