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Vanno contro il Gdpr le pubbliche amministrazioni che chiedono il consenso pensando che sia 'qualcosa in più'

Vanno contro il Gdpr le pubbliche amministrazioni che chiedono il consenso pensando che sia 'qualcosa in più'

La p.a. non deve chiedere il consenso per trattare dati. Il Garante, nel provvedimento n. 14 del 27 gennaio 2022, ha scritto a chiare lettere che, al fine di adempiere «compiti di interesse pubblico o connessi all'esercizio di poteri pubblici», i soggetti pubblici non sono tenuti a chiedere all'interessato alcun consenso o autorizzazione. L'intervento del Garante è tanto più opportuno a fronte di una prassi molto spesso confusa, nella quale gli enti pubblici talvolta pensano che chiedere il consenso sia al massimo qualcosa in più, ma innocuo.

Sanzione per l'Asl che pubblica un'informativa privacy piena di strafalcioni

Sanzione per l'Asl che pubblica un'informativa privacy piena di strafalcioni

Alla p.a. non si applica la portabilità dei dati e neppure il legittimo interesse. E la base giuridica per i trattamenti sanitari non è il consenso. È quanto ha affermato il Garante nelle motivazioni dell'ordinanza n. 8 del 13 gennaio 2022, con la quale l'autorità ha applicato a una azienda sanitaria una sanzione di 7.500 euro per avere sbagliato a scrivere un'informativa privacy.

Spid, identità digitale anche per i minori over 14

Spid, identità digitale anche per i minori over 14

Con Spid, il sistema pubblico di identità digitale, anche il minore può avere un'identità digitale (credenziali di autenticazione) e dimostrare la sua età nel mondo virtuale. I ragazzi sopra i 14 anni potranno dotarsi di un'identità Spid per accedere ai servizi offerti dalla pubblica amministrazione a loro rivolti. I più piccoli, invece, potranno utilizzarlo solo per i servizi online forniti dalle scuole. Saranno i genitori a richiedere lo Spid per loro.Questo grazie alle «linee guida operative per la fruizione dei servizi Spid da parte dei minori», approvate dall'Agenzia per l'Italia Digitale (Agid), con determinazione n. 51 del 3 marzo 2022.

E' considerato privato un evento a cui partecipano solo invitati, anche se è pubblicizzato sui social

E' considerato privato un evento a cui partecipano solo invitati, anche se è pubblicizzato sui social

L'evento in un locale al quale partecipano solo pochi invitati, anche se sponsorizzato su un social network, non può essere considerato uno spettacolo pubblico e quindi l'ordinanza del Comune che impone l'immediata cessazione per esercizio abusivo dell'attività è illegittima. Lo ha stabilito la sentenza del 23 febbraio 2022 n. 288 della sezione seconda del Tar Puglia.

Data retention, la riforma cancella la condanna fondata sui soli dati di traffico telefonico

Data retention, la riforma cancella la condanna fondata sui soli dati di traffico telefonico

Dopo la riforma della data retention va annullata la condanna fondata sul solo elemento del traffico telefonico. Lo afferma, ed è la prima volta, la Cassazione, con la sentenza n. 8968/2022 della Quinta sezione penale. Viene così azzerata la sanzione pronunciata in primo grado e confermata in appello nei confronti di un imputato, accusato di avere fatto da “palo” in due furti in abitazione. Determinante nella condanna, la valorizzazione dei dati di traffico telefonico che avevano permesso di collocare l’interessato in prossimità dei luoghi dove i reati erano stati commessi.

Il concessionario della riscossione ha l'obbligo di conservare la copia della cartella di pagamento

Il concessionario della riscossione ha l'obbligo di conservare la copia della cartella di pagamento

Il concessionario della riscossione ha l'obbligo di conservare la copia della cartella di pagamento, anche quando si sia avvalso delle modalità semplificate di diretta notificazione della stessa a mezzo di raccomandata postale. Lo ha stabilito l'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, con la decisione 4/2022 del 14 marzo. Palazzo Spada ha aggiunto che «qualora il contribuente richieda la copia della cartella di pagamento, e questa non sia concretamente disponibile, il concessionario non si libera dell'obbligo di ostensione attraverso il rilascio del mero estratto di ruolo, ma deve rilasciare una attestazione che dia atto dell'inesistenza della cartella, avendo cura di spiegarne le ragioni».

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