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Il ruolo del DPO nella tutela dei minori
Già presidio di garanzia per la protezione degli interessati vulnerabili, il Data Protection Officer assume un ruolo ancora più rilevante nella realizzazione di tutele effettive e concrete richieste nel momento in cui sono svolte attività di trattamento che coinvolgono dati personali dei minori. Occorre però compiere preliminarmente alcune considerazioni fondamentali a seconda degli ambiti di operatività delle organizzazioni.
Il sexting coinvolge sempre più spesso anche i minori
E' un fenomeno preoccupante quello del "sexting", che consiste nell'invio di testi o immagini sessualmente esplicite tramite Internet o telefono cellulare. Specialmente quando riguarda i minori, chi lo pratica spesso incorre in gravi illeciti, anche di natura penale. Ad esempio, tempo fa un genitore che usava le foto del figlio adolescente per fare 'sexting' su Instagram era stato condannato per sostituzione di persona, mentre in un altro caso per un ragazzo che chiedeva selfie hot alla fidanzatina era scattato il reato di pedopornografia. In una più recente vicenda, un uomo inviava foto e messaggi assolutamente espliciti e scabrosi addirittura ad una bambina di dieci anni, e per questo è stato condannato per adescamento di minorenni (reato previsto dall'art. 609-undecies del Codice Penale).
Immagini e dati personali di minori sui giornali: il Garante della Privacy sanziona un quotidiano e due siti di informazione
Il Garante Privacy ha sanzionato un quotidiano e due siti di informazione che avevano pubblicato illecitamente dati personali e dettagli di un bambino e di una ragazza ancora minorenne coinvolti in due diversi episodi di cronaca. In entrambi i casi l’Autorità si è attivata a seguito del reclamo dei rispettivi genitori.
In Francia occorrerà aver compiuto 15 anni per iscriversi ai social network
La “maggiore età digitale” per iscriversi ai social network si raggiunge a 15 anni. Questa la proposta di legge approvata quasi all’unanimità (82 voti contro 2) in prima lettura dall’Assemblea Nazionale della Repubblica francese. E così – se l’attuale testo diventerà definitivamente legge -, i social network saranno tenuti a verificare l’età dei loro utenti e il consenso dei genitori per la registrazione dei minori di 15 anni, con sanzioni in caso di inadempienza.
In Irlanda la prima multa per violazione del Gdpr non colpisce un gigante del web ma l'agenzia per l'infanzia
A distanza di 2 anni dall’introduzione del Gdpr si sveglia l’Autorità per la privacy irlandese, ed infligge finalmente la sua prima sanzione con il Regolamento UE 2016/679. Ma l’agenzia per la protezione dei dati guidata da Helen Dixon, più volte messa in discussione per le sue 19 indagini avviate senza però fino ad oggi irrogare una sola multa per violazione del Gdpr, benché sia autorità capofila competente per diversi colossi della tecnologia americani che hanno la loro sede europea proprio in Irlanda, non sanziona Facebook, Twitter, Amazon o Google, ma colpisce l’agenzia di stato per l’infanzia e la famiglia.
In vigore il Digital Services Act
Entra in vigore dal 25 agosto il Digital Services Act, il nuovo regolamento emanato dall’UE per frenare il 'far west digitale', che prevede anche misure a tutela della privacy e per la protezione dei minori.
Informativa privacy in inglese invece che nella lingua dei bambini che si iscrivono al social: 750mila euro di sanzione per TikTok
L'Autorità per la protezione dei dati dei Paesi Bassi (Autoriteit Persoonsgegevens) ha inflitto una sanzione di 750.000 euro a TikTok per aver violato la privacy dei bambini a seguito di un'indagine su vasta scala avviata lo scorso anno. Il garante olandese aveva infatti preso di mira il noto social network cinese, che nei Paesi Bassi è una delle app più popolari con circa 3,5 milioni di utenti (molti dei quali minori) perché forniva le proprie informative sulla privacy solamente in inglese senza provvederle in lingua olandese, e quindi con maggiori probabilità che i bambini si iscrivessero al servizio senza comprendere appieno come l'app raccoglie, elabora e utilizza i loro dati personali o le implicazioni della condivisione di dati personali dati sui social.
Innalzare a 16 anni l’età minima per prestare il consenso al trattamento dei dati personali online
Alzare la maggiore età digitale a 16 anni (dagli attuali 14); social e app costrette a verifiche effettive dell'età di chi li usa; estendere ai baby influencer le tutele del lavoro minorile; proteggere i minori da genitori e parenti, troppo social, che spiattellano foto sulla rete. Questo il poker di proposte formulate dall'Agia, Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, Carla Garlatti, che ha scritto al Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, per segnalare le questioni da affrontare con urgenza.
Interventi d’urgenza del Garante Privacy per bloccare le varie pubblicazioni delle chat intime tra preside e studente
Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto, in via d’urgenza, il “blocco” provvisorio di ogni ulteriore diffusione, anche on line, dei contenuti dei messaggi acquisiti e presentati, come loro trascrizione, in alcuni articoli pubblicati da “la Repubblica” riguardanti la relazione intima che sarebbe intercorsa tra la dirigente di un liceo romano ed uno studente dello stesso istituto.
L'assistente vocale suggerisce a una bambina una sfida pericolosa: le ripercussioni su privacy e sicurezza
Probabilmente avete fatto domande a un assistente vocale che utilizza intelligenza artificiale: Google, Alexa, Siri o altri sono dispositivi diventati assai popolari, ma anche, in alcuni casi, controversi. Pochi giorni fa, Amazon ha dovuto correggere un errore di programmazione che ha portato Alexa a suggerire a una bambina di mettere una monetina in una presa elettrica.