Carta d'identità di minori, pronta a fare ritorno la dicitura 'genitore 1' e 'genitore 2'
Ricomparirà la dicitura «genitore 1» e «genitore 2» sulla carta d'identità dei minori (con meno di 14 anni), in virtù della «necessità» di adeguarsi «al quadro normativo introdotto dal regolamento europeo in materia di trattamento dei dati personali». È la conferma arrivata ieri pomeriggio, durante il question time alla Camera, dal ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, che ha risposto all'interrogazione del deputato di FdI Giovanni Donzelli, che l'aveva interpellata in merito alle informazioni «circolate in queste ore» sull'intenzione del governo di «modificare il decreto del 31 gennaio 2019, che aveva reinserito» le espressioni «padre» e «madre».
La titolare del Viminale ha ricordato come «nell'ambito della disciplina della carta d'identità recata dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, numero 773, il decreto legge 78 del 2015 ha introdotto la nuova carta d'identità elettronica prevedendo la centralizzazione del circuito di emissione del documento.
In attuazione di tale disposizione, il decreto del ministro dell'Interno del 23 dicembre 2015 ha regolato il processo di produzione del documento, prevedendo la ricezione e la registrazione presso i comuni delle richieste di carta d'identità elettronica» dei cittadini, nonché l'inoltro dei «dati anagrafici registrati in sede locale e certificati» dal Viminale «al sito centrale del Poligrafico e Zecca dello Stato per la produzione e la consegna del documento». In seguito all'entrata in vigore del decreto del 23 dicembre 2015, il Garante per la protezione della privacy «ha rilevato che l'applicazione delle nuove disposizioni ha comportato notevoli criticità» e, con una nota del 12 settembre 2020, ha sottolineato Lamorgese, «è stata proposta il 15 ottobre 2020 un'ulteriore modifica del decreto ministeriale del 2015».
È, dunque, vicino il ripristino della dicitura «genitore», visto che lo schema per la correzione ha avuto il «placet» dei ministeri dell'Economia e della Funzione pubblica, attende quello del Garante e, poi, «sarà sottoposto all'esame della conferenza stato-città».
Fonte: Italia Oggi del 14 gennaio 2021