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Visualizza articoli per tag: ransomware

Ricevere una mail che vi segnala che il vostro computer è stato infettato da un pericoloso virus, può quantomeno farvi scattare un momento di panico. Se però nello stesso messaggio vi viene fornita anche la soluzione proponendovi di scaricare gratis un antivirus in grado di neutralizzare il malware, sembrerebbe allora tutto troppo bello per essere vero, e anche se la tentazione può essere quella di cliccare subito sul link indicato per disinfestare il vostro pc, potrebbe trattarsi in realtà di uno stratagemma per prendere in ostaggio tutti i vostri dati.

Gli antivirus odierni cercano tutti di avere un approccio che amano definire proattivo all'apparizione delle varie minacce informatiche: non si limitano a rilevare gli eventuali problemi con una scansione, ma i loro componenti sorvegliano continuamente lo stato del PC. Così, se vogliono sopravvivere e portare a termine il loro nefasto scopo di vita, i virus devono farsi furbi e comportarsi come fa per esempio Snatch, che usa una particolare caratteristica di Windows a proprio vantaggio.

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La Posta Elettronica Certificata (PEC), soluzione spesso adottata per gestire i rapporti con la pubblica amministrazione ma anche quando sia necessaria prova certa dell'avvenuta comunicazione, va diffondendosi sempre più e, di pari passo, sempre più attira l'attenzione di malintenzionati.  Il CERT-PA (Computer emergency response team della Pubblica amministrazione) ha scoperto che da qualche tempo in qua va diffondendosi proprio tramite PEC una nuova variante del ransomware FTCODE, che già aveva fatto danni nel mese di settembre.

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Il ramo AXA dislocato in oriente (Thailandia, Malaysia, Hong Kong e Filippine) è stato colpito da un nuovo, ennesimo, attacco ransomware di grave impatto tanto economico quanto organizzativo. 3TB di dati sarebbero andati perduti sotto i colpi del team Avaddon e, come se non bastasse, l'azienda sarebbe anche oggetto di un massiccio attacco DDoS a livello globale. Ma c'è qualcosa di particolare a rendere questo attacco peggiore degli altri: il suo significato.

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E' stato un inizio del nuovo anno amaro per trecento lavoratori che prima di Natale hanno ricevuto una lettera dalla direzione, che non voleva però fare i tradizionali auguri, bensì comunicare loro che dopo 61 anni di onorata attività l'azienda era costretta a chiudere i battenti a causa dei danni subìti a seguito di un attacco ransomware.

Un nuovo diabolico modo di estorcere denaro rimanendo occultati a chissà quanti chilometri di distanza e con buone probabilità di farla franca. E’ la vicenda di cui è rimasta vittima in questi ultimi giorni un’azienda storica pesciatina finisce nel mirino di hacker, che meglio sarebbe definire delinquenti ricattatori.

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Una delle più grandi aziende del mondo è finita vittima di un attacco ransomware, cedendo al ricatto degli hacker, a cui avrebbe pagato la cifra record di ben 75 milioni di dollari pur di rientrare in possesso dei propri dati.

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Venerdì, 08 Febbraio 2019 08:03

Che cos'è un ransomware?

Il ransomware è un programma informatico dannoso che infetta un dispositivo (PC, tablet, smartphone, smart TV), bloccando l’accesso ai contenuti (foto, video, file) e chiedendo un riscatto (in inglese, ransom) per «liberarli». La richiesta di pagamento con le relative istruzioni è presentata in una finestra che appare automaticamente sullo schermo del dispositivo infettato.

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Mercoledì, 11 Settembre 2024 10:23

Colpita da un attacco hacker l’Università di Genova

L’Università di Genova è stata colpita da un attacco hacker. A renderlo noto è stato per primo il sito ransomfeed.it, quantificando in 18 gigabyte il materiale sottratto e indicando un conto alla rovescia di 13 giorni per pagare il riscatto (la cifra non è stata però divulgata), altrimenti i dati dell’ateneo saranno resi pubblici o rivenduti a terzi.

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Sono sempre più frequenti i casi di aziende colpite da attacchi informatici con richieste di riscatto da pagare in cryptovaluta per riavere i dati presi in ostaggio dagli hacker, ma se a cadere nella rete dei cybercriminali è uno dei più prestigiosi studi legali di New York che cura gli interessi di oltre 200 celebrità, la faccenda si complica ulteriormente, e la posta in gioco potrebbe alzarsi non di poco.

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Il presidente di Federprivacy intervistato su Rai 4

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