Privacy e minori online: dall’Europa una buona notizia, ma anche un’altra meno buona
C’è l’accordo politico sul Digital Service Act e sembrerebbe che l’accordo in questione preveda tra l’altro che i dati dei bambini non si potranno più utilizzare per fare profilazione.
È una bellissima notizia.
Peccato che il destino abbia voluto che sia rimbalzata sui giornali di mezzo mondo negli stessi giorni nei quali il Consiglio d’Europa ha reso noto in un rapporto che i bambini europei entrano per la prima volta nei siti pornografici – che sarebbero ovviamente riservati ai maggiorenni – in media a undici anni e che i gestori di questi siti, con poche eccezioni, si limitino a chiedere loro di confermare con un click di avere almeno diciotto anni.
Ed è inutile dire quali sono le conseguenze sulla psiche di un bambino e sul suo corretto sviluppo se si confronta anzitempo con scoperte che sarebbe ragionevole appartenessero al suo futuro più o meno prossimo e, soprattutto, quanto il confronto con quei contenuti potrebbe spingere i più piccoli – come purtroppo li spinge – a diventare essi stessi produttori di contenuti pornografici amatoriali da condividere su quelle piattaforme, spesso esponendo a rischi gravissimi i loro coetanei e coetanee.
Il Consiglio d’Europa ci ricorda che è necessario implementare soluzioni di age verification che consentano di verificare per davvero che chi dice di avere diciotto anni, li abbia.
(Nella foto: Guido Scorza, componente dell'Autorità Garante per la protezione dei dati personali)
Sul punto vale la pena essere chiari e, anzi, chiarissimi: basta raccontare che non si può fare age verification per colpa della privacy. La verifica dell’età è altro rispetto alla verifica dell’identità e nulla osta a verificare l’età di una persona senza violare la sua privacy e/o esporla a rischi eccessivi.
Il buon proposito potrebbe essere questo: rimbocchiamoci le maniche e, tutti insieme, proviamo a fare in modo che la tutela dei più piccoli e, ovviamente, quella dei loro dati personali anche nella dimensione digitale diventi, almeno, una priorità assoluta, più importante di qualsiasi altra.