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La Commissione Europea pubblica la prima relazione in tema di digitalizzazione: buone prospettive ed atavici problemi

La prima relazione della Commissione europea sullo stato del decennio digitale, pubblicata il 27 settembre 2023, presenta un'analisi globale dei progressi compiuti verso la realizzazione di una trasformazione digitale volta a rafforzare la sovranità digitale, la resilienza e la competitività dell'UE.

Comprende una valutazione dei progressi compiuti dall'UE verso gli obiettivi e i traguardi della strategia 2030 dell'Europa, concentrandosi su quattro pilastri principali: competenze digitali, infrastrutture digitali, digitalizzazione delle imprese, compreso l'uso dell'intelligenza artificiale (IA), e digitalizzazione dei servizi pubblici. La strategia prevede anche il monitoraggio della dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali, che riflette l'impegno dell'UE a favore di una trasformazione digitale sostenibile e sicura, incentrata sulle persone.

La relazione 2023, la prima di una serie di relazioni annuali, invita gli Stati membri all'azione collettiva per colmare le attuali carenze di investimenti, accelerare la trasformazione digitale in Europa e intensificare gli sforzi per conseguire gli obiettivi del programma strategico per il decennio digitale (DDPP). Tale programma è stato adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio ed è entrato in vigore il 9 gennaio 2023. Esso comprende un sistema di governance collaborativa tra l'UE e le autorità nazionali.

Le sue raccomandazioni orizzontali e specifiche per paese della relazione 2023 presentano una via da seguire chiara, anche dal punto di vista operativo. Le raccomandazioni costituiranno la base per la discussione e la cooperazione tra la Commissione e gli Stati membri su come conseguire gli obiettivi comuni. Questo lavoro sarà, inoltre, sostenuto mediante l'attuazione di progetti multinazionali su vasta scala, compresi i consorzi per l'infrastruttura digitale europea (EDIC) di recente introduzione.

Con riferimento alle Infrastrutture digitali ed alla connettività sicura la Commissione ritiene che nell'ambito dell'attuale obiettivo per il 2030, tutti dovrebbero avere accesso alla copertura Gigabit e le reti 5G efficienti dovrebbero essere disponibili in tutte le regioni popolate. Si ritengono, però, necessari ulteriori investimenti fino ad almeno 200 miliardi di € per garantire questo obiettivo.

Riguardo i Semiconduttori la Commissione dichiara che entro il 2030 l'UE mira a raddoppiare la propria quota del valore della produzione mondiale di semiconduttori all'avanguardia, passando dall'attuale 10% al 20% in termini di valore della quota di mercato a livello mondiale. Per conseguire tale obiettivo il regolamento sui chip, entrato in vigore il 21 settembre 2023, mira a sviluppare un prospero ecosistema dei semiconduttori e catene di approvvigionamento resilienti.

Michele Iaselli, Coordinatore del Comitato Scientifico di Federprivacy

(Nella foto: Michele Iaselli, Coordinatore del Comitato Scientifico di Federprivacy)

Con riferimento alla Digitalizzazione delle imprese la Commissione precisa che il programma strategico per il decennio digitale (DDPP) fissa tre obiettivi per promuovere la digitalizzazione delle imprese:

- adozione da parte di almeno il 75% delle imprese di servizi di cloud computing, big data e/o intelligenza artificiale (IA);

- realizzazione di un livello base di intensità digitale (misurando l'uso di diverse tecnologie digitali a livello di impresa) da parte di oltre il 90% delle piccole e medie imprese (PMI);

- il raddoppio del numero di "unicorni" (società con una valutazione superiore a 1 miliardo di €).

Purtroppo senza ulteriori investimenti e incentivi, la traiettoria di riferimento prevista indica che entro il 2030 solo il 66% delle imprese utilizzerà il cloud, il 34% i big data e il 20% l'IA.

Riguardo la Digitalizzazione dei servizi pubblici viene chiarito dalla Commissione che gli obiettivi del programma strategico per il decennio digitale prevedono un'accessibilità online del 100% dei servizi pubblici fondamentali e, se del caso, la possibilità per i cittadini e le imprese dell'Unione di interagire online con le pubbliche amministrazioni. Inoltre viene previsto l'accesso online alle proprie cartelle cliniche elettroniche per il 100% dei cittadini dell'Unione e l'accesso a un'identificazione elettronica (eID) sicura per il 100% dei cittadini dell'Unione.

Molti Stati membri si trovano in una posizione favorevole per conseguire tali obiettivi, tuttavia, sono necessari investimenti significativi per migliorare la disponibilità e le prestazioni transfrontaliere dei servizi pubblici.

Anche con riferimento alle Competenze digitali l'UE è impegnata ad aumentare le competenze digitali di base di almeno l'80% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni e a disporre di 20 milioni di specialisti in TIC entro il 2030. La relazione dimostra tuttavia che entro il 2030 e nelle condizioni attuali solo il 59% della popolazione avrà almeno le competenze digitali di base e che il numero di specialisti in TIC potrebbe non superare i 12 milioni.

La relazione descrive gli sforzi in corso per rendere più verde la transizione digitale. Misure quali l'iniziativa "diritto alla riparazione", i criteri di progettazione ecocompatibile per telefoni cellulari e tablet e il piano d'azione dell'UE per la digitalizzazione del sistema energetico ridurranno l'impatto ambientale delle tecnologie digitali.

La relazione, inoltre, sottolinea il ruolo pionieristico dell'UE nella creazione di una trasformazione digitale sicura e incentrata sulle persone, come sancito nella dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali. L'UE ha introdotto misure politiche e legislative rilevanti, quali la normativa sui servizi digitali, la normativa sull'IA, la legge europea per la libertà dei media e la comunicazione sui mondi virtuali.

Proprio per questi motivi è indubbio che per ottenere un pieno sviluppo della digitalizzazione e conseguirne i relativi vantaggi sarà necessario fare sempre i conti con la privacy e la cybersecurity.

Come noto la privacy è continuamente minacciata dalla raccolta, dall'archiviazione e dall'uso non autorizzato dei dati personali, mentre le minacce alla sicurezza includono gli hacker, i malware, il phishing e altre attività criminali online.

Nel contesto della digitalizzazione, è importante trovare un equilibrio tra l'uso delle tecnologie digitali per migliorare l'efficienza e la qualità della vita e la protezione della privacy e della sicurezza delle informazioni personali. Gli stati e le varie realtà organizzative devono rispettare le leggi sulla privacy, adottare buone pratiche di sicurezza informatica e informare adeguatamente gli utenti sulle politiche di gestione dei dati. Gli individui, d'altro canto, devono essere consapevoli dei propri diritti sulla privacy e delle minacce alla sicurezza online, adottando comportamenti responsabili quando utilizzano dispositivi digitali e condividono informazioni personali su Internet.

Note sull'Autore

Michele Iaselli Michele Iaselli

Coordinatore del Comitato Scientifico di Federprivacy. Avvocato, docente di logica ed informatica giuridica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Docente a contratto di informatica giuridica presso LUISS - dipartimento di giurisprudenza. Specializzato presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II in "Tecniche e Metodologie informatiche giuridiche". Presidente dell’Associazione Nazionale per la Difesa della Privacy. Funzionario del Ministero della Difesa - Twitter: @miasell

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