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Il nuovo regolamento Ue sulla protezione dei dati (Gdpr) entra in vigore venerdì prossimo, 25 maggio. E non ci sono possibilità di proroghe. Lo dice Giovanni Buttarelli, il Garante europeo della protezione dei dati, in una intervista esclusiva a ItaliaOggi: "Non sono possibili slittamenti o proroghe, né su iniziativa dei garanti dei singoli paesi, né del legislatore nazionale. Dal mattino del 26 maggio ci saranno linee di giusta severità con quelli che magari non erano in regola neppure con i vecchi ordinamenti. Ci sarà invece ragionevolezza con chi dimostra di avere iniziato un percorso. Ma il nuovo regolamento, di sicuro, non deve essere vissuto come una rottura di scatole. Anzi. Per molti, soprattutto per le piccole imprese, i piccoli commercianti o artigiani, ci sarà una semplificazione del trattamento dei dati".

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Il problema nel nostro Paese è che il Gdpr viene spesso visto dalle aziende come una seccatura. Senza la lungimiranza di capire che i dati sono il nuovo petrolio: occuparsene con attenzione oggi è fondamentale per la prosecuzione e lo sviluppo delle attività in cui siamo impegnati. E’ in sintesi la lettura che Umberto Rapetto, generale della Guardia di Finanza ed ex comandante del nucleo frodi telematiche delle Fiamme gialle, ha portato alla settima edizione del Privacy day forum, la manifestazione organizzata da Federprivacy che nel 2018 cade proprio nel primo giorno di applicazione della General data protection regulation.

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Ingresso soft nella privacy europea. Prevista gradualità dell'attività ispettiva sull'adeguamento delle imprese e delle p.a. al Regolamento Ue sulla protezione dei dati 2016/679 (noto come Gdpr), operativo dal 25 maggio 2018. A stabilirlo è lo schema di decreto legislativo di armonizzazione della disciplina della privacy italiana al Regolamento Ue, approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri dell'8 agosto 2018. Ci dovrebbe essere, secondo il testo in entrata, un periodo, che dovrebbe essere di otto mesi, per l'attuazione a pieno regime dei poteri di indagine affidati al Garante per la protezione dei dati personali.

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Nessuna moratoria di sei mesi per le sanzioni previste dal Regolamento Ue sulla privacy n. 2016/679, che, in vigore dal 24 maggio 2016, diventa operativo il 25 maggio 2018. Lo precisa il Garante della privacy con un comunicato stampa di ieri, necessario a sedare una polemica sorta sull'interpretazione di un provvedimento dello stesso Garante n. 121 del 22 febbraio 2018 e in particolare del passaggio conclusivo dello stesso. Spieghiamoci meglio.

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Nessuna aspettativa di deroghe o proroghe per l'operatività del GDPR, ma permangono incertezze per aziende pubbliche e private su aspetti in cui il Regolamento rimanda alle normative nazionali. Ancora atteso in Italia un nuovo decreto legislativo di adeguamento alle regole UE, ma dal 25 maggio scatteranno comunque le sanzioni, mentre gli interessati potranno esercitare e far valere più estesi diritti. Sei i principali punti fermi messi a fuoco nell'ultima circolare di Federprivacy sulle questioni di diritto transitorio.

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Privacy, sanzioni e controlli con il GDPR: a spiegare come saranno le nuove ispezioni è stato Marco Menegazzo, comandante del Nucleo Speciale Privacy della Guardia di Finanza intervenuto durante il Privacy Day Forum del 25 maggio 2018.

A un certo punto su tutti i nostri dispositivi sono arrivate ondate di messaggi informativi sulla privacy. Lo imponeva il Gdpr, il nuovo regolamento europeo sulla privacy. E' entrato in vigore da poco più di un mese, ma le grandi piattaforme online si sono adeguate in modo ancora "insufficiente".

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Il legislatore europeo con il Regolamento UE 2016/679 ha apportato una svolta epocale all’articolato concetto del trattamento dei dati ponendo l’attenzione proprio sulla protezione dei dati personali.  A causa dell’intangibilità di tali informazioni non vi è la consapevolezza, da parte degli interessati e di tutti i soggetti autorizzati al trattamento, dell’inestimabile valore dei dati personali che quotidianamente sono trattati o… maltrattati.

Oggi diventa operativo il Regolamento sulla protezione dei dati, ma manca ancora consapevolezza su nuovi diritti e tutele per gli utenti. Adeguamento generale per molte grandi realtà, ma l'84% dei più importanti siti italiani non pubblicano i recapiti del DPO, figura pagata dall'azienda per vigilare che collabora anche con l'Autorità. Bernardi: "Passaggio epocale per l'UE che ricorda quello del 2002 per l'introduzione della moneta unica". Pmi e pa quelle più indietro: "Necessari mesi prima di vedere livello di conformità accettabile, occorre cambio di mentalità". Prenotazioni record per il Privacy Day Forum, trasmesso anche in streaming.

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Mercoledì, 06 Febbraio 2019 10:35

Gdpr, solo il 23% delle imprese si sono adeguate

Il 23% delle imprese italiane si è adeguata al Gdpr, la nuova normativa Ue sulla privacy in vigore da fine maggio 2018, il 59% ha progetti in corso, l'88% ha un budget dedicato. E cresce il mercato della sicurezza informatica raggiungendo il valore di 1,9 miliardi di euro (+9% su anno). A scattare la fotografia è una ricerca dell'Information Security & Privacy della School of Management del Politecnico di Milano.

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Il furto d'identità con l'intelligenza artificiale

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