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Rocco Panetta

Avvocato esperto di privacy, internet e diritto delle nuove tecnologie, Country Leader Italy e membro del Board of Directors della International Association of Privacy Professionals (IAPP), managing partner dello Studio Legale Panetta & Associati, data protection officer

Nella partita sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale anche lo Stato della Città del Vaticano prende posizione. Con decreto dello scorso 16 dicembre, la Pontificia Commissione ha promulgato le proprie “Linee guida in materia di intelligenza artificiale”, un documento di assoluto rilievo e spessore.

L’intelligenza artificiale dallo scorso anno è entrata a pieno titolo tra i temi di discussione più caldi e controversi. Ma per le imprese si inizia a delineare un quadro di maggiore chiarezza per continuare a investire nello sviluppo tecnologico con un approccio etico e rispettoso della cornice normativa.

Anche se la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale (AI) viene spesso paragonata all’invenzione dell’elettricità, l’altro parallelismo che dovremmo fare è quello con l’arrivo dell’automobile.

Il Comitato dei Garanti europei (Edpb) ha approvato a larga maggioranza il 17 aprile l’attesa opinione sul modello di business “Pay Or Ok”, che alcune piattaforme hanno adottato negli ultimi mesi. Si tratta dell’opzione offerta all’utente, nel caso in cui questi non voglia essere profilato con pubblicità personalizzata, di poter pagare un prezzo mensile e usufruire del servizio senza vedere pubblicità.

Attorno al tema della valorizzazione economica dei dati personali, negli ultimi mesi, si è sviluppato un dibattito interessante e attuale, ma, per certi versi, sorprendente. In parole semplici, ci si chiede se, e a quali condizioni, si possa riconoscere un valore economico a informazioni come il nome, le abitudini di acquisto, le preferenze di navigazione, i gusti, le aspirazioni. Non sfugge a nessuno come al giorno d'oggi, le nostre vite, il business delle aziende e l'azione delle pubbliche amministrazioni hanno a che fare con la circolazione e il trattamento dei dati.

Il 23 febbraio la Commissione Europea ha presentato il Data Act, la proposta di un regolamento europeo che consenta a cittadini ed imprese di esercitare maggior controllo su tutti quei dati, personali e non, che generiamo ogni giorno. Si tratta di un altro tassello nella strategia digitale europea presentata da Bruxelles nel 2020.

Che anno è stato il 2021 per i professionisti della privacy? E quali sono le tendenze per i prossimi mesi? A tali domande offre risposta l’edizione di quest’anno del “Privacy Governance Report”, la ricerca prodotta dall’International Association of Privacy Professionals (IAPP) in collaborazione con EY e EY Law.

Parlando di protezione dei dati personali si usa spesso la parola “sistema”. Altrettanto frequentemente si afferma che l’etica “fa parte” del sistema della protezione dei dati personali. Non sempre però è chiaro il modo in cui questi due concetti dialogano tra loro.

Entro il 2023 gli utenti di internet saranno 5,3 miliardi, vale a dire il 66% della popolazione mondiale, e ogni persona avrà 3,6 device connessi. I dati del Cisco Annual Internet Report (2018 – 2023) rispecchiano una tendenza inevitabile e prevista da tempo, pertanto non sorprendono. Il risultato però cambia se a questi numeri si associano le statistiche relative alle attività quotidianamente svolte online. La fotografia fornita dalla società Domo rileva che nel 2020 ogni 60 secondi sono caricate su Facebook 147mila foto, condivisi su WhatsApp oltre 41 milioni di messaggi, postate quasi 350mila storie su Instagram, caricate 500 ore di video su YouTube.

La pubblicazione, qualche giorno fa, da parte dell’European Data Protection Board(l’“Edpb” o il “Comitato”, ossia l’organo che, dopo l’entrata in vigore del Regolamento n. 679/2016 (Gdpr), ha sostituito il vecchio Gruppo dei Garanti Europei, istituito dall’art. 29 della Direttiva 95/46, abrogata dal Gdpr), dell’“Opinion on the draft list of the competent supervisory authority of Italy regarding the processing operations subjects to the requirement of a data protection impact assessment”, costituisce un importante avvenimento per due motivi.

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Camera dei Deputati: Artificial intelligence e sostenibilità

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