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Allarme sexting, più della metà degli adolescenti condividono immagini intime
Il sesso per i giovani ai tempi dei social viaggia anche online, con invio di foto e video espliciti, senza pensare troppo alle conseguenze. Oggi il sexting viene praticato da più di un ragazzo su due, ed è un fenomeno dilagante: è quanto emerge dall’ultima indagine nazionale realizzata dal Laboratorio Adolescenza e dall'Istituto di ricerca Iard su un campione di 3.427 giovani tra i 13 e i 19 anni.
Contro il revenge porn più poteri al Garante della Privacy
Più poteri al Garante della Privacy per bloccare o ingiungere di cancellare la pubblicazione online, all’insaputa dell’interessato, di foto o video a sfondo sessuale. Interventi che l’Autorità già svolgeva ma che la nuova norma, inserita nel DL 139/2021 sulle riaperture, ha maggiormente circostanziato, imponendo tempi di reazione rapidi: l’Autorità si deve muovere entro 48 ore dalla richiesta. Una novità che ricalca quanto già previsto per il cyberbullismo. Entrambi fenomeni - quest’ultimo e il revenge porn su cui interviene il decreto legge - utilizzano il web per colpire, spesso indirizzandosi verso minori o persone comunque fragili, con conseguenze devastanti e in alcuni casi estreme.
Così l'intelligenza artificiale può aiutare ad arginare il revenge porn
C’è ancora molto da fare sul fronte della prevenzione e repressione del cosiddetto reato di revenge porn. Oggi le vittime hanno a disposizione strumenti di tutela penali e amministrativi che però non sempre sono sufficienti a evitare la viralità dei contenuti. Sul fronte penale si può sporgere querela entro 6 mesi dalla conoscenza del fatto (termine doppio rispetto a quello ordinario). Il reato è procedibile d’ufficio se commesso ai danni di una persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o di una donna in gravidanza. Non è invece prevista un’aggravante specifica a tutela dei minorenni.
Deep Fake, istruttoria del Garante Privacy nei confronti di Telegram per il software che ‘spoglia’ le donne
Notizie di stampa hanno, nei giorni scorsi, riportato il caso di alcune ragazze vittime di un particolare tipo di “deep fake”, cioè video e immagini realizzati attraverso delle app che consentono di trasformare il volto, la voce e il corpo delle persone, creando veri e propri “falsi”. Le ragazze si sono ritrovate, a loro insaputa, “spogliate” su Telegram dopo che alcuni utenti avevano manipolato le loro foto usando un programma informatico - derivato da un software chiamato “DeepNude” - disponibile sul canale social e che impiega l’intelligenza artificiale per ricostruire l’aspetto che avrebbe il corpo sotto gli indumenti.
Garante privacy e Co.Re.Com insieme contro revenge porn e cyberbullismo
Per contrastare cyberbullismo e revenge porn il Garante per la protezione dei dati personali e Co.re.com rafforzano la collaborazione. L’Autorità e i Comitati regionali per le comunicazioni della Campania, della Calabria e della Lombardia hanno sottoscritto protocolli d’intesa.
Garante Privacy, un canale di emergenza per le potenziali vittime del revenge porn
Contro il revenge porn, una delle forme più odiose di violenza sulle donne e più, in generale, contro la pornografia non consensuale, il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di mettere a disposizione sul proprio sito un canale di emergenza. Le persone che temono che le loro foto o i loro video intimi possano essere diffusi senza il loro consenso su Facebook o Instagram, potranno segnalare questo rischio e ottenere che le immagini vengano bloccate.
Il sexting coinvolge sempre più spesso anche i minori
E' un fenomeno preoccupante quello del "sexting", che consiste nell'invio di testi o immagini sessualmente esplicite tramite Internet o telefono cellulare. Specialmente quando riguarda i minori, chi lo pratica spesso incorre in gravi illeciti, anche di natura penale. Ad esempio, tempo fa un genitore che usava le foto del figlio adolescente per fare 'sexting' su Instagram era stato condannato per sostituzione di persona, mentre in un altro caso per un ragazzo che chiedeva selfie hot alla fidanzatina era scattato il reato di pedopornografia. In una più recente vicenda, un uomo inviava foto e messaggi assolutamente espliciti e scabrosi addirittura ad una bambina di dieci anni, e per questo è stato condannato per adescamento di minorenni (reato previsto dall'art. 609-undecies del Codice Penale).
Il vademecum per genitori e figli per difendersi dal Revenge Porn
Risposte rapide contro il revenge porn. Sono quelle che il Garante della privacy si sta apprestando a mettere in campo per evitare che foto e filmati a sfondo sessuale finiscano, contro il volere degli interessati, su internet. Il tempo, in questi casi, è fondamentale per evitare che il materiale “incriminato” si sedimenti nel web e sia più difficile, se non impossibile, rimuoverlo. Il Garante sa di doversi muovere entro 48 ore dal momento della segnalazione da parte della vittima: è quanto gli ha chiesto il decreto legge 139 dello scorso anno, che nell’ampliare i poteri dell’Autorità contro le “vendette pornografiche” online, ha anche dettato i tempi per farlo.
Le nuove tutele sul Revenge Porn con la Legge 69/2019
Il Legislatore è intervenuto nuovamente in materia di "revenge porn", al fine di dotare le vittime di ulteriori tutele, ampliando, tra l'altro, la platea di soggetti beneficiari. Come noto, il reato di "revenge porn" è stato disciplinato, come autonoma fattispecie delittuosa, dalla Legge n. 69/2019: in precedenza, le condotte integranti tale fattispecie venivano perseguite mediante l'incriminazione di altri reati, tra loro collegati, quali minaccia, diffamazione, estorsione o violazione della privacy e trattamento illecito di dati personali.
Più che nativi digitali, sono disagiati digitali
Ragazze e ragazzine violentate da altri ragazzi e ragazzini con lo smartphone tra le mani per filmare tutto, filmare la violenza animale del branco, filmare il dolore come se si fosse su un set cinematografico con l’ansia di condividere quei video, quelle scene, quelle tragedie via social. Siamo davanti a un’autentica emergenza innanzitutto culturale ed educativa ma anche davanti a un fallimento regolamentare.