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Contro il porno-tsunami una segnalazione al Garante della privacy, che può partire solo se si attivano la vittima o i suoi genitori: questa la scelta del legislatore italiano per contrastare la fiumana di immagini di sesso esplicito non consensuale, che esonda giorno per giorno sulla rete internet. Lo strumento della segnalazione è previsto dall'articolo 144-bis del codice della privacy, introdotto dal dl 139/2021.

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Sono partiti i primi cinque provvedimenti adottati dal Garante privacy a tutela di potenziali vittime di revenge porn. L’Autorità ha ingiunto in via d’urgenza a Facebook, Instagram e Google di adottare immediatamente tutte le misure necessarie ad impedire la diffusione sulle relative piattaforme del materiale (video, foto) segnalato all’Ufficio del Garante da alcune persone che ne temevano la messa on line. Il revenge porn e, più in generale, il fenomeno della pornografia non consensuale, consiste nella diffusione di immagini pornografiche o sessualmente esplicite a scopo vendicativo (ad esempio per "punire" l’ex partner che ha deciso di porre fine ad una relazione) o per denigrare pubblicamente, bullizzare e molestare la persona cui si riferiscono.

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Spazio per la tutela dei minori nel Decreto Legge "riaperture" approvato il 7 ottobre in Consiglio dei Ministri. L'articolo 9 del provvedimento (DL 139/21 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 241 dell'8 ottobre 2021) estende agli ultra 14enni la possibilità di segnalazioni al Garante della Privacy per il "revenge porn", ovvero la diffusione di immagini intime di qualcuno senza il suo consenso e con scopi vendicativi, estorsivi o ricattatori.

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Registrare i momenti intimi con il proprio partner può essere un gioco pericoloso. Lo dicono i dati sul Revenge porn, cosiddetto "pornovendetta". Un fenomeno preoccupante in forte espansione che si sostanzia nella diffusione illecita, non consensuale, attraverso i social media, di foto e video sessualmente o pornograficamente rilevanti, scattati nell’intimità di una esperienza relazionale e destinati a rimanere privati.

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Sedicenne sanzionato per violazione della privacy per avere usato video e foto sessuali per ricattare una tredicenne, che li aveva inviati a mezzo di piattaforme social e di messaggeria istantanea. Per il Gdpr il sedicenne è un titolare del trattamento e la sua condotta ha realizzato un trattamento illecito: è successo in Spagna (procedura n.ps-00107-2022), dove il locale garante della privacy ha irrogato al sedicenne una sanzione pecuniaria di 5 mila euro.

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