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Con il provvedimento del 24 novembre l’Agenzia delle Entrate riscrive le regole sull’emissione e la ricezione dei documenti, con un’attenzione particolare alle informazioni che possono essere utilizzate per i controlli.

Dai sex toys alla taglia dei pannolini, il fisco archivia tutto di noi. E' questa la fotografia che è stata tracciata da un monitoraggio compiuto dal Garante privacy per fornire il parere  sulla conservazione dei dati fattura integrati. La richiesta del garante sul punto per quanto riguarda i consumi dei privati è di utilizzare solo dati fattura con il minori numero di informazioni e addirittura laddove sia possibile di preferire l'erogazione dello scontrino fiscale se il destinatario finale è un privato rispetto all'e-fattura.

Non dovranno solo preoccuparsi di come attrezzarsi per spedire, a partire dal prossimo primo gennaio, le fatture in via elettronica, ma dovranno anche riflettere sulla protezione dei dati personali contenuti in quei documenti. Il problema riguarda in prima persona i professionisti, a partire dai commercialisti, che rappresentano il principale snodo di raccolta e invio delle fatture, e coinvolge soprattutto le operazioni B2C (business to consumer).

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Il Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, ha spiegato i rilievi adottati dall’Autorità sulla fatturazione elettronica. “Prima di avviare l’esperienza della fattura elettronica, confidiamo vengano rimosse le criticità che noi abbiamo evidenziato e che avremmo fatto anche se ce lo avessero chiesto prima. In ogni caso noi abbiamo fatto queste osservazioni, il titolare del trattamento è l’Agenzia delle Entrate e col nuovo quadro giuridico il titolare del trattamento è responsabile di tutto quello che accade all’interno della sua responsabilità e quindi è un problema loro.

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Secondo quanto previsto nel collegato fiscale alla manovra di bilancio 2020 infatti, indipendentemente dall'adesione o meno ai servizi di consultazione delle fatture elettroniche dell'Agenzia delle entrate da parte del contribuente, i file XML delle singole forniture e tutti i dati negli stessi contenuti, compreso il c.d. corpo della fattura, saranno memorizzati e conservati nell'anagrafe tributaria fino al 31 dicembre dell'ottavo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione di riferimento.

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I controlli incrociati sui dati delle fatture elettroniche violano la privacy. Sono troppi i dati e le informazioni che l'amministrazione finanziaria pretende di utilizzare nelle nuove analisi del rischio di evasione basate sulle procedure di memorizzazione ed archiviazione delle fatture elettroniche. Per il Garante della privacy tutto ciò evidenzia un rischio, tangibile, di una vera e propria profilazione generalizzata di tutti i contribuenti, compresi i minori d'età, non proporzionata e ridondante, rispetto all'obiettivo di interesse pubblico perseguito.

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Per la conservazione delle fatture elettroniche verso la proroga di almeno tre mesi del termine, fissato attualmente al 28 febbraio 2020. È questo ciò che sta valutando l'Agenzia delle entrate, dopo il via libera del Garante della privacy e sullo stimolo del sindacato nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Adc nazionale).

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Il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso parere favorevole sullo schema di provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate relativo alle nuove regole tecniche per la memorizzazione delle fatture elettroniche, da utilizzare per l’analisi del rischio e controllo a fini fiscali e per le funzioni di polizia economica e finanziaria. Dovranno però essere assicurate maggiori tutele a protezione dei dati e adeguata la normativa che regola il settore.

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Niente banca dati delle fatture dell’Agenzia delle entrate, memorizzati solo i dati fiscali necessari per i controlli automatizzati, no alla fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie. L’Agenzia potrà archiviare le fatture solo su richiesta dei contribuenti che avranno necessità di consultarle.

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Il Garante per la protezione dei dati personali ha avvertito l’Agenzia delle entrate che il nuovo obbligo della fatturazione elettronica, così come è stato regolato dall’Agenzia delle entrate, “presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali”. Per questo motivo ha chiesto all’Agenzia di far sapere con urgenza come intenda rendere conformi al quadro normativo italiano ed europeo i trattamenti di dati che verranno effettuati ai fini della fatturazione elettronica.

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TV9, il presidente di Federprivacy alla trasmissione 9X5

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