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A pochi mesi dalla chiusura del processo Cambridge Analytica, riguardante lo scandalo del 2018 riguardante la condivisione dei dati degli utenti con la società di consulenza britannica, Meta ha siglato un accordo da 725 milioni di Dollari per la chiusura di una class action.

Pratiche ingannevoli per violazione della legge sulla privacy nel tracciamento della posizione degli utenti, Google pagherà 93 milioni di dollari allo Stato della California. La somma è stata concordata con il Procuratore Generale Rob Bonta per evitare una multa più elevata in seguito all’indagine avviata alcuni anni fa.

Ai fini del risarcimento del danno non patrimoniale per violazione del diritto alla riservatezza, è necessario che l'offesa sia grave, ossia che il diritto sia inciso oltre una soglia minima, cagionando un pregiudizio effettivo. Occorre cioè una certa soglia di offensività, che renda il pregiudizio tanto serio da essere meritevole di tutela. Per valutare il livello della gravità della lesione e della serietà del danno deve procedersi ad un giudizio di bilanciamento tra il principio di solidarietà verso la vittima e quello della tolleranza, con la conseguenza che il risarcimento del danno non patrimoniale è dovuto solo laddove sia superato il pregiudizio di tollerabilità e il pregiudizio non sia futile. A ribadire queste regole è il Tribunale di Palermo con la sentenza n. 912/2021.

Una sentenza della Corte federale di giustizia tedesca ha stabilito che la semplice perdita di controllo sui propri dati personali può costituire un danno risarcibile ai sensi del GDPR, senza necessità di accertare ulteriori svantaggi, come l'abuso specifico dei dati da parte degli hacker o altre conseguenze negative. E la portata della sentenza potrebbe segnare una svolta in tutti i paesi dell'UE.

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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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