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Federprivacy

Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati, iscritta presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) ai sensi della Legge 4/2013. Email: [email protected] 

Verbali di esame senza dati eccessivi rispetto all'esigenza di motivazione, soprattutto a riguardo delle decisioni assunte per i candidati affetti da disturbi dell'apprendimento. È una delle precauzioni che discendono dall'applicazione del Gdpr alle prove finali. Allo stesso scopo (rispettare la riservatezza) bisogna essere particolarmente prudenti a non propalare notizie nel momento in cui si devono adottare provvedimenti di espulsione per la violazione delle regole relative allo svolgimento delle prove (ad esempio uso di apparecchi elettronici).

Nuova azione del Garante privacy contro il telemarketing selvaggio. Confiscate per la prima volta banche dati di call center e colpito il “sottobosco” con sanzioni per le società coinvolte. È in corso da questa mattina, condotta dai Finanzieri del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma in collaborazione con i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Verona, una vasta operazione finalizzata a notificare alcuni provvedimenti adottati dal Garante e, soprattutto, a confiscare le banche dati in uso ad alcune società che svolgevano attività illecite nel campo del telemarketing illegale.

Pessime notizie per Amazon, che finisce nel mirino della Federal Trade Commission (FTC, un'agenzia indipendente del governo degli Stati Uniti) per aver violato la privacy dei suoi utenti nella gestione sia dei dispositivi di sorveglianza Ring sia del più tradizionale altoparlante Alexa. Dopo indagini attente e scrupolose, la compagnia di Andy Jassy è stata multata per un totale di oltre 30 milioni di dollari, che dovrà pagare direttamente alla FTC. Una cifra irrisoria per un colosso come Amazon, che da ora in poi dovrà rispettare nuove regole imposte dalla Commissione.

Alcune delle più grandi organizzazioni caritatevoli britanniche che forniscono sostegno alle persone con problemi di salute mentale hanno condiviso con Facebook i dati sensibili della navigazione sul web per utilizzarli nel suo sistema di pubblicità mirata. I dati sono stati inviati tramite uno strumento di tracciamento incorporato nei siti web degli enti di beneficenza e comprendevano dettagli sulle pagine web visitate dagli utenti e sui pulsanti cliccati su contenuti legati alla depressione, all’autolesionismo e ai disturbi alimentari.

Se un documento con dati personali viene pubblicato per un errore materiale o anche per poco tempo, il titolare del trattamento deve risarcire per il danno cagionato alla persona. Nella vicenda trattata dalla Corte di cassazione nella recente ordinanza 13073/2023 un ente pubblico aveva proposto ricorso per cassazione contro la sentenza con la quale il Tribunale l'aveva condannato a risarcire i danni cagionati a una propria dipendente a causa di un trattamento illecito di dati personali.

Sono oltre 4.000 le segnalazioni che i cittadini inviano al Garante per la protezione dei dati personali ogni mese. Il fatto è stato reso noto in occasione di un convegno a cui hanno partecipato Maria Cristina Cafini, presidente del Co.Re.Com Lazio, Guido Scorza, componente del Collegio del Garante, e Riccardo Acciai, direttore del Dipartimento reti telematiche e marketing della medesima autorità.

Il numero speciale 2-2023 del magazine “Privacy News” di cui era stata data una copia in anteprima agli oltre 1.000 partecipanti del Privacy Day Forum svoltosi al CNR di Pisa lo scorso 25 maggio è adesso disponibile in versione digitale sfogliabile online, e nei prossimi giorni le riviste saranno spedite a 2.500 associati e a tutti coloro che faranno richiesta per riceverne una copia omaggio, con una diffusione complessiva che raggiungerà 10.000 addetti ai lavori.

Non si possono pubblicare fotografie o video sui social network di chi commette un illecito, neppure se la finalità è quella di identificare il responsabile. Lo ha precisato il Tribunale di Taranto con la sentenza 1099 pubblicata lo scorso 16 maggio, che ha fissato i paletti della giustizia fai da te ai tempi dei social network.

Il diritto all’accesso ai propri dati personali non può essere limitato se si tratta di informazioni di dominio pubblico, la cui comunicazione non pregiudica le attività di contrasto a reati di riciclaggio.

Il Garante privacy ha avviato un’indagine nei confronti di grandi enti locali per verificare il rispetto dell’obbligo di comunicazione dei dati di contatto del Responsabile della protezione dei dati (RPD, o Data protection officer, DPO, nell’accezione inglese).

Il presidente di Federprivacy intervistato su Rai 4

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