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Associazioni benefiche per la salute mentale vendevano dati a Facebook per la pubblicità targettizzata

Alcune delle più grandi organizzazioni caritatevoli britanniche che forniscono sostegno alle persone con problemi di salute mentale hanno condiviso con Facebook i dati sensibili della navigazione sul web per utilizzarli nel suo sistema di pubblicità mirata. I dati sono stati inviati tramite uno strumento di tracciamento incorporato nei siti web degli enti di beneficenza e comprendevano dettagli sulle pagine web visitate dagli utenti e sui pulsanti cliccati su contenuti legati alla depressione, all’autolesionismo e ai disturbi alimentari.

Nel Regno Unito le più grandi associazioni benefiche per la salute mentale vendevano dati a Facebook per la pubblicità targettizzata

Inoltre, includeva i dettagli di quando gli utenti richiedevano assistenza – ad esempio cliccando su un link che diceva “Ho bisogno di aiuto” – e quando visitavano le pagine web per accedere agli strumenti di chat online. Alcune delle pagine che hanno innescato la condivisione dei dati con Facebook erano rivolte specificamente ai bambini, tra cui una pagina rivolta ai ragazzi tra gli 11 e i 18 anni che offriva consigli sui pensieri suicidi.

I dati inviati a Facebook durante l’analisi dell’Observer non includevano i dettagli delle conversazioni tra le organizzazioni di beneficenza e gli utenti o i messaggi inviati tramite gli strumenti di chat. Tutti gli enti di beneficenza hanno dichiarato che tali messaggi erano riservati e hanno sottolineato di prendere estremamente sul serio la privacy degli utenti dei servizi. Tuttavia, spesso si trattava di navigazione che gli utenti si aspetterebbero di solito privata, compresi i dettagli dei clic sui pulsanti e delle visualizzazioni delle pagine dei siti web delle associazioni di beneficenza per la salute mentale Mind, Shout e Rethink Mental Illness e dell’associazione per i disturbi alimentari Beat.

Le informazioni sono state abbinate all’indirizzo IP – un identificatore che di solito può essere collegato a un individuo o a una famiglia – e, in molti casi, ai dettagli dell’ID del loro account Facebook. La maggior parte delle organizzazioni benefiche ha ora rimosso lo strumento di tracciamento, noto come Meta Pixel, dai propri siti web. Le scoperte arrivano dopo che la settimana scorsa un’indagine dell’Observer ha rivelato che 20 enti del NHS England condividevano i dati con Facebook per la pubblicità mirata, comprese le informazioni sull’attività di navigazione in centinaia di pagine web legate a specifiche condizioni mediche, appuntamenti, farmaci e richieste di assistenza.

Fonte: www.guidoscorza.it

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