Rosario Imperiali
Avvocato, esperto di privacy e fondatore dell'Osservatorio Data Protection di House of Data Imperiali - Web: www.houseofdataimperiali.com
Nuovi conflitti tra privacy e salute nel segno del Covid-19
Per chi si occupa di dati, il 2020 doveva essere il solito anno tumultuoso. Come per quelli precedenti, erano stati messi in preventivo tempo ed energie per analizzare i nuovi databreach, studiare nuove casistiche, decrittare nuove decisioni e provvedimenti, definire nuove interpretazioni e quindi attendersi su tutti fronti una larga dose di novità, che effettivamente ci sono state. Niente di nuovo, si fa per dire, in un comparto così abituato ai cambiamenti perché sottobraccio al rapido progresso tecnologico; ma chi si aspettava una novità così grande? Il Covid-19, infatti, per tutto il mondo della privacy, del data protection, e delle tecnologie è una macroscopica prova di resistenza.
Se la cancellazione dei dati è affidata a terzi serve il certificato di avvenuta distruzione
Come si cancellano i dati personali? Il primo scoglio da superare è la diversità di approccio operativo da quello normativo: il professionista tende a organizzare i dati per cliente oppure per incarico mentre la legge vuole che si cancellino i dati quando non più necessari allo scopo. Ne consegue che all’interno di una pratica o cartella informatica possano coesistere dati ancora necessari e dati che non lo sono più.
Taci! Il nemico ti ascolta
Una ricerca della Ruhr-Universität Bochum e Max Planck Institute for Security and Privacy ha messo in evidenza i pericoli associati agli assistenti vocali (AV) tipo Alexa, Siri, Google Assist che oramai sono di ampia diffusione: Amazon nel 2019 ha dichiarato di aver venduto più di 100 milioni di dispositivi che integrano Alexa.
Gli esperti di protezione dati e le preoccupazioni per l’app Immuni
“La privacy è come la democrazia, un mito”, è un’allusione che ciclicamente si ripropone ogni volta che i fatti spingono questi due concetti – democrazia e privacy – al loro limite, oltre il quale c'è il pericolo per le libertà dei cittadini. A questo giro tocca alla privacy e il tono un po' disfattista della battuta andrebbe declinato in favore del Covid-19, ulteriore occasione per “lasciare a terra” una fetta del diritto alla protezione dei nostri dati personali.