Tik Tok, numeri da record e rischi per la privacy dei minori?
Tik Tok è un’app sviluppata in Cina che ha fatto registrare, a fine 2020, una vera e propria esplosione di download, più di 2 miliardi e mezzo in totale. Conosciuta dai più come l’app dei balletti e degli sketch simpatici, si tratta del programma per dispositivi mobile più utilizzato fra i teenager di tutto il mondo. Oltre ai rischi di ban in USA corsi durante l’amministrazione Trump, arrivano nuovi segnali d’allarme, non solo per la società che gestisce l’applicazione ma anche, e soprattutto, per i suoi utenti più giovani. Il tema cruciale riguarda la tutela della privacy dei minori.
(Nella foto: Pierguido Iezzi, co-founder e Ceo di Swascan)
L’allarme del Garante della Privacy - In questo caso gli Stati Uniti non c'entrano nulla. È il Garante della Privacy italiano ad aver avviato una procedura contro il social dal logo bianco e nero.
Le accuse sono pesanti, frutto di un’istruttoria iniziata a marzo. Ecco l’elenco delle principali osservazioni del Garante della Protezione dei Dati Personali:
- Divieto di iscrizione per i minori di 14 anni troppo facilmente aggirabile e non monitorato.
- Scarsa attenzione alla tutela dei minori di 18 anni.
- Poca trasparenza informativa nei confronti degli utenti.
- Impostazioni di default lesive della privacy.
Divieto di iscrizione per gli under 13 - La normativa vigente in tema di iscrizione ai social network pone un vincolo di età netto. I minori di 13 anni non possono infatti iscriversi e creare account su alcun social network (salvo espresso consenso dei genitori o dei tutori legali).
Durante la procedura di iscrizione a Tik Tok, molto semplice e “user-friendly”, sarebbe infatti sufficiente inserire dati falsi per ottenere il nulla osta. A differenza di altri social di più lunga data, come ad esempio Facebook, non è infatti previsto un ulteriore step di riconoscimento attraverso documento di identità.
Scarsa attenzione alla tutela dei minori - Oltre all’assenza di controlli all’ingresso rispetto all’identità degli utenti, Tik Tok non proteggerebbe i suoi utenti più deboli attraverso un’informativa sulla privacy chiara e completa. Un altro aspetto preoccupante riguarda infine le impostazioni di default, in particolare quella riguardante l’accessibilità dei contenuti postati dagli utenti.
I dati raccolti sull’utilizzo dell’app, sulle preferenze degli utenti, più in generale i preziosissimi cookie raccolti dai principali social, verrebbero trattati con notevole superficialità.
Poca trasparenza informativa - Fra i punti sorti dall’istruttoria del Garante, quello concernente l’aspetto informativo potrebbe essere sottovalutato per lo scarso appeal mediatico. Le ramificazioni reali che sono da questo provocate possono però essere di enorme gravità.
Il Garante sottolinea inoltre la totale assenza di una informativa sulla privacy ideata specificamente per gli utenti più “piccoli”. Un linguaggio più semplice e accessibile a tutti è fra gli interventi auspicati dall'Autorità nella sua istruttoria.
Un approccio ancora più attento dovrebbe prevedere diversi messaggi di notifica che informino gli utenti sui rischi alla privacy legati a determinate azioni tenute sulla piattaforma.
Impostazioni di default rivedibili - Quando si parla di utenti “alle prime armi”, è auspicabile una sensibilità spiccata da parte del team di sviluppatori a difesa della sua privacy. In tal senso, Tik Tok si dimostra ancora una meritevole delle attenzioni del Garante.
Per quanto riguarda le impostazioni di default, spicca il settaggio dei contenuti postati sulla piattaforma come “pubblici”. Questo significa che sono accessibili e visibili a tutti, potenzialmente anche a persone non iscritte al social.
Questo ultimo punto si pone chiaramente in contrasto con la normativa nazionale sulla privacy. Quando si tratta di condividere propri dati sensibili a un numero indefinito di persone, la società proprietaria del Social ha l’obbligo di far esprimere il consenso all’utente.
Le prossime mosse e la risposta di Tik Tok - Ora la palla è nella metà campo di Tik Tok. Il GPDP ha dato 30 giorni di tempo per presentare memorie difensive e per chiedere udienza con il Garante stesso.
Per ora non è giunta notizia di memorie difensive o particolari evoluzioni dal lato giuridico. Tik Tok si è limitata a esprimersi pubblicamente con questo comunicato stampa: “La massima priorità per TikTok è garantire la sicurezza e la privacy dei propri utenti, in particolare di quelli più giovani. Abbiamo ricevuto la notifica del procedimento istruito dal Garante per la Protezione dei Dati Personali: stiamo ancora ultimando la verifica delle conclusioni dell’autorità e continuiamo a collaborare con il Garante per fornire informazioni in risposta alle loro richieste. Tuttavia non concordiamo con diversi aspetti dell’analisi pubblicata dal GPDP e su alcune delle conclusioni che sono state delineate. Dal momento che la nostra valutazione è ancora in corso, in questo momento non ci è possibile fornire ulteriori commenti”.
Parole piuttosto scarne e generiche che fanno presagire l’arrivo di importanti aggiornamenti nel prossimo periodo. Rimane ancora più forte la necessità di far luce sul tedioso ma cruciale argomento della Tutela della Privacy da parte dei player del mondo digitale, così proiettato verso il futuro e l’avanguardia da risultare talvolta poco attento al benessere delle fasce più vulnerabili della popolazione.