Cyberbullismo, app con uno scudo protettivo per bambini e adolescenti
In un mondo sempre più interconnesso, le interazioni digitali comportano anche nuovi rischi, soprattutto per i bambini e gli adolescenti che utilizzano sempre di più lo smartphone, i social network e i servizi di messagistica istantanea. Tra i pericoli cui vanno incontro i più giovani, c'è sicuramente quello del cyberbullismo, un fenomeno che purtroppo sta crescendo anche in Italia. Un aiuto viene dalla tecnologia grazie alla nascita di app e piattaforme che consentono alle famiglie di proteggere i figli su questo fronte, cercando di rispettarne il più possibile la privacy.
Un fenomeno in ascesa. Il cyberbullismo, ovvero l'insieme di azioni aggressive e intenzionali realizzate con strumenti tecnologici (come sms, foto, video, mail, chat, sistemi di messagistica istantanea, telefonate, social network), il cui obiettivo è provocare danni a un coetaneo incapace di difendersi, è in ascesa anche in Italia. Secondo la ricerca della compagnia assicurativa Bnp Paribas Cardif «Tecnologica, inclusiva e green: benvenuta Generazione Alpha!», circa uno su dieci (9%) dei bambini da 5 a 10 anni si è imbattuto in questo fenomeno e il dato diventa anche più preoccupante nella fascia d'età tra 8 e 10 anni (16%). I genitori combattono il cyberbullismo ricorrendo soprattutto al controllo dei dispositivi dei figli (l'84% dichiara di controllarli spesso) e all'uso di software di parental control (il 39% li utilizza).
Sono ancora poco diffuse, invece, le polizze assicurative ad hoc contro il cyberbullismo (l'88% dei genitori non le conosce). Per quanto riguarda gli adolescenti, risulta che un ragazzo su due (52%) della Generazione Z (ovvero i nati dal 1995 fino al 2010) ha ricevuto almeno un'offesa o un post violento, secondo la ricerca «Generazione Z: un futuro che guarda al passato», commissionata sempre da Bnp Paribas Cardif. Un fenomeno, questo, spinto dal maggior utilizzo dello smartphone e della rete da parte dei più giovani.
Secondo le indagini Istat, riferite al 2019, l'87,3% dei ragazzi tra 11 e 17 anni di età usa quotidianamente il telefono cellulare e tre quarti in quella stessa fascia di età naviga su internet tutti i giorni; questa quota è cresciuta molto rapidamente passando dal 56,2% al 75% nell'arco di un quadriennio. Le più frequenti utilizzatrici del cellulare e della rete sono le ragazze, l'88,6% delle quali lo fa quotidianamente e il 75,8% accede al web tutti i giorni.
I dati Istat dicono che il cyberbullismo ha colpito il 22,2% di tutte le vittime di bullismo; nel 5,9% dei casi si è trattato di azioni ripetute (più volte al mese). Inoltre, la maggior propensione delle adolescenti a utilizzare il telefono cellulare e a connettersi probabilmente le espone di più ai rischi della rete e dei nuovi strumenti di comunicazione.
Tra le 11-17enni si registra, infatti, una quota più elevata di vittime: il 7,1% delle ragazze che si collegano a internet o che dispongono di un telefono cellulare sono state oggetto di vessazioni continue tramite il web o lo smartphone, contro il 4,6% dei ragazzi. i è un rischio maggiore per i più giovani rispetto agli adolescenti. Circa il 7% dei bambini tra 11 e 13 anni è risultato vittima di prepotenze tramite cellulare o internet una o più volte al mese, mentre la quota scende al 5,2% tra i ragazzi da 14 a 17 anni.
Un aiuto dalle app. Di fronte a questo aumento del cyberbullismo, cominciano a nascere alcune piattaforme digitali per aiutare le famiglie a difendere i bambini e gli adolescenti. Per esempio, Bnp Paribas Cardif Italia ha deciso di supportare la start-up a vocazione sociale Bodyguard, in collaborazione con Fare x bene Onlus (associazione che sostiene promuove e tutela i diritti inviolabili della persona), nello sviluppo di Bodyguard per le Famiglie, una soluzione che permette ai genitori di proteggere i figli in tempo reale da qualsiasi forma d'odio sui social network. Si tratta di un'app pensata per bloccare i contenuti violenti o discriminanti sui principali canali social e live streaming, con un sistema di allerta che invia mail di notifica alla famiglia in caso di contenuti nocivi o di azioni di cyberbullismo contro i figli. Per usare il sistema, occorre accedere al sito di Bodyguard e iscriversi pagando una tariffa mensile di un euro che consente di attivare il servizio. Una volta terminata la procedura si riceve una mail con il link per scaricare l'app sul telefono del figlio. Una volta installata l'app, i genitori ricevono una notifica in caso di contenuti nocivi sia ricevuti sia inviati e una newsletter con contenuti educativi sul tema cyberbullismo.
L'app presenta diversi livelli di protezione, personalizzabili in base alle esigenze: per i minori di 13 anni la protezione è automaticamente impostata al massimo per tutte le categorie (insulti, minacce, trolling, body-shaming, razzismo, odio, e così via) e i commenti ricevuti o prodotti saranno visibili al genitore. I ragazzi con più di 13 anni, invece, possono modificare il livello di protezione, ma il genitore ne viene informato con una notifica. Inoltre, i genitori non possono visualizzare i contenuti pubblicati dal figlio maggiore di 13 anni sui social, ma ricevono comunque una notifica nel caso in cui subiscano o siano promotori di messaggi offensivi. Non avranno, quindi, accesso diretto alla bacheca dei figli, ma verranno allertati in caso di contenuti d'odio; in nessun caso vengono tracciati messaggi privati su chat chiuse (come Messenger e Whatsapp). Poi c'è l'app messa a disposizione dal Miur (Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca), chiamata Senza paura – liberi dal bullismo, che contiene una serie di quiz, giochi, fumetti e contenuti informativi, redatti in un linguaggio accessibile alla fascia d'età tra 11 e 14 anni, che hanno lo scopo di guidare gli studenti in un percorso pedagogico-didattico sul tema del bullismo e del cyberbullismo.
L'app è stata elaborata tenendo conto delle leggi in materia di privacy delle persone minorenni e contiene anche un accesso «non studente» al fine di mostrarne i contenuti ai docenti e ai genitori. Un'altra opzione è Keepers, un'app che, installata sullo smartphone del figlio, identifica le situazioni allarmanti, come il linguaggio offensivo tipico del bullismo e del cyberbullismo, e anche i contatti da persone estranee al nucleo familiare e alla cerchia di amici. Il sistema è in grado di avvisare il genitore di una conversazione pericolosa, anche se non contiene parole offensive, grazie a degli algoritmi di riconoscimento del linguaggio naturale. Una volta individuata la situazione di allarme, il genitore riceve una notifica in tempo reale. Grazie agli appositi filtri, inoltre l'app permette di bloccare sullo smartphone gli accessi a tutti i siti ritenuti pericolosi o destinati ad un pubblico adulto. Il genitore non ha comunque accesso alle conversazioni private del figlio ma solo ai messaggi identificati come potenzialmente pericolosi. Oppure c'è Kaitiaki Safe, un servizio online che aiuta i genitori a proteggere i loro figli dal cyberbullismo, analizzando automaticamente i profili social dei figli e riconoscendo minacce o attacchi per poi inviare ai genitori solo i segnali di allarme, garantendo la privacy dei ragazzi.
Fonte: Italia Oggi del 28 dicembre 2020