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A Roma la presentazione del nuovo massimario 'Risposte Privacy'
Giornata programmatica e formativa per data protection officer e addetti ai lavori in programma venerdì 24 giugno, quando in occasione dell’assemblea ordinaria annuale di Federprivacy sono stati organizzati anche due importanti eventi a Roma a cui è possibile partecipare anche da remoto.
Ansa: Federprivacy, "servono 45.000 addetti"
"Il fabbisogno in Italia di 'Data protection officer (Dpo)' ed altre figure consulenziali con analoghe competenze è di circa 45.000 professionisti" e "la situazione attuale è addirittura paradossale, perché il Regolamento Ue richiede che il Dpo sia un vero esperto della materia con una conoscenza specialistica della normativa e delle prassi di gestione dei dati personali".
Ansa: professionisti privacy, +28% in 2017
Impennata dei professionisti del rispetto della privacy e della protezione dei dati personali, nel nostro Paese: oggi, infatti, si contano "circa 7.000" iscritti alla federazione di categoria (Federprivacy), con "un incremento del 28,7% solo nello scorso anno".
Con le skill privacy aumenta la resilienza digitale della GenZ
Uno degli elementi che caratterizzano maggiormente la Generazione Z è il fatto di essere nati già immersi all’interno dei contesti digitali con una naturale spinta verso l’esplorazione dei confini e delle opportunità che possono derivare dalle nuove tecnologie.
Cresce il numero delle posizioni di Dpo: al 30 settembre ricevute 71.652 notifiche dal Garante Privacy
Cresce il numero delle posizioni di Dpo (sono 71.652) e quello di segnalazioni e reclami proposti dagli interessati (lo stock è di 263.050 casi); continuano a crescere (toccando la cifra di 10.555 eventi) anche le segnalazioni di data breach (violazioni di dati personali). I dati sono forniti dal Garante della privacy, che ha pubblicato le statistiche, aggiornate al 30 settembre 2024.
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Cybersecurity & Privacy, gap e margini di convergenza tra gli addetti ai lavori: il rapporto di Federprivacy
Pubblicato il rapporto “Cybersecurity & Privacy, gap e margini di convergenza tra gli addetti ai lavori”, pubblicato al termine di un sondaggio svolto dall'Osservatorio di Federprivacy su oltre 1.500 addetti ai lavori.
Cybersecurity: le 12 azioni dell’Enisa applicabili anche agli studi professionali
Lo scorso 28 Giugno 2021, l’Enisa, Agenzia dell’Unione Europea per la cibersicurezza, ha pubblicato un report denominato “Cybersecurity per le PMI - Sfide e raccomandazioni”
In risposta alla pandemia di Covid-19, l'Enisa ha analizzato la capacità delle pmi all'interno dell'Unione Europea di far fronte alle sfide della cybersecurity poste dalla pandemia e ha determinato le best practies per affrontare tali sfide. La suddetta relazione, secondo l’Agenzia, vuole fornire consulenza in materia di sicurezza informatica per le piccole e medie imprese , ma anche proposte di azioni che gli Stati membri dovrebbero prendere in considerazione per aiutare le stesse pmi a migliorare la loro posizione in materia di cybersecurity.
Dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti le ‘Linee guida per l’adempimento degli obblighi privacy negli Ordini professionali’
Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti ha pubblicato il documento “Linee guida per l’adempimento degli obblighi privacy negli Ordini professionali”, elaborato dalla Commissione “Privacy Ordini professionali” istituita nell’ambito dell’area di delega “Compliance e modelli organizzativi delle imprese”, affidata alla Consigliera Nazionale Eliana Quintili.
Ecco perché il Data Protection Officer deve essere anche resiliente e assertivo
Come è noto, per essere in grado di adempiere ai compiti che gli sono attribuiti dall’art.39 del Gdpr, il data protection officer deve possedere competenze giuridiche, informatiche, e anche organizzative. Tuttavia, anche in presenza di tutte queste skills, non si può dare affatto per scontato che il professionista designato sia effettivamente idoneo a svolgere il ruolo di Dpo.
Esame da avvocato: la piattaforma del Ministero della Giustizia in tilt, visibili i dati sensibili dei candidati
Questa mattina i server del ministero della Giustizia sono andati in tilt, mescolando i dati di candidati e candidate all’esame da avvocato. Si tratta di una grave violazione della privacy, in quanto tantissimi dei 26mila praticanti iscritti, accedendo alle proprie aree personali, si sono trovati davanti alle informazioni personali di altri candidati. Nomi, cognomi, indirizzi mail, numeri di telefono e date di iscrizione all’esame di abilitazione alla professione forense sono stati diffusi in maniera non intenzionale.