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Giovedì, 23 Settembre 2021 06:49

Garante Privacy: agli ordini!

Solo quest’anno, in due occasioni, l’Autorità Garante ha sanzionato due ordini professionali per non aver trattato lecitamente i dati dei singoli professionisti iscritti. Il dato è indicativo di quanto sia importante che i singoli ordini professionali acquistino consapevolezza della normativa di settore, adeguandosi prontamente ove ancora non si sia provveduto!

L’impiego massivo degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale, caratterizzanti l’attuale sviluppo tecnologico di (quasi) tutti i settori produttivi, implica profonde riflessioni circa gli effetti che essi comportano nelle nostre vite, e diverse nuove figure professionali che emergono vedono la privacy come protagonista.

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Il 42,49% degli addetti ai lavori della protezione dei dati ha difficoltà a farsi comprendere da chi ha competenze diverse dalle proprie, mentre il 30,86% è lui stesso a faticare a comprendere il lessico tecnico usato dai colleghi. A evidenziarlo è il rapporto del sondaggio “Cybersecurity & Privacy, gap e margini di convergenza tra gli addetti ai lavori”.

Niente compenso al Dpo che non ha svolto attività. Il responsabile della protezione dei dati deve dimostrare le prestazioni effettuate, altrimenti non ha diritto ad essere pagato. Per il professionista non basta assumersi la responsabilità della funzione. È quanto ha stabilito il tribunale civile di Prato con la sentenza n. 665 del 19 agosto 2024.

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L’applicazione dell'intelligenza artificiale in campi specifici apre la strada a nuove paure, ma anche a impensabili, fino ad alcuni anni fa, lavori e prospettive per il futuro. Con l'AI, nel mondo del lavoro serviranno sempre più competenze specifiche, e ciò vale anche per chi aspira a diventare un professionista della privacy.

L’Università della Valle d’Aosta cerca un esperto in privacy, videosorveglianza, machine learning e big data. Le domande di partecipazione alla selezione, redatte in carta libera e secondo lo schema allegato al bando dovranno pervenire, a mezzo posta elettronica improrogabilmente entro le ore 12.00 del giorno 4 luglio 2022.

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A distanza di quasi due anni dall’introduzione del Gdpr, sono ormai praticamente svanite tutte le più rosee prospettive riguardo alla figura del Data Protection Officer, come quella di vedere un “custode della privacy” nelle organizzazioni pubbliche e private che riportasse direttamente ai vertici aziendali, che avesse autonomia e indipendenza, e che avrebbe dovuto percepire un compenso o uno stipendio adeguato a un ruolo dirigenziale.

Mercoledì, 28 Febbraio 2018 23:12

Millionaire: la privacy come nuovo business

La Privacy come un business per DPO e consulenti con il GDPR in un'intervista al presidente di Federprivacy pubblicata in uno speciale di Lucia Ingrosso sulla rivista Millionaire di febbraio 2018, che ha intervistato anche il Garante Europeo Buttarelli:"Il Regolamento UE chiede ai gestori delle informazioni in ambito pubblico e privato di conoscere la propria e realtà dal punto di vista delle risorse informative, valutare attentamente i rischi, graduare il tipo di risposte, avere un controllo indipendente al proprio interno attraverso la figura del data protection officer.

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Nel 2021 i nuovi servizi che i professionisti dell’area economico-giuridica offriranno sono soprattutto la consulenza per le crisi di impresa e quella per la compliance alle normative sulla privacy e le nuove tecnologie. Oltre che l’assistenza alle start up. Guarda soprattutto alle novità legislative l’orizzonte di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro. È questo il dato che emerge dall’analisi dell’Osservatorio Professionisti e innovazione del Politecnico di Milano sul proprio campione di tremila studi di avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e studi multidisciplinari, statisticamente rappresentativi delle varie realtà italiane, quindi sia di piccole che medie e grandi dimensioni.

Gli ordini professionali mettono nel mirino i social network. Dall'emanazione di regole e linee guida, con la previsione di sanzioni e procedimenti deontologici, alla realizzazione di corsi e workshop, gli organismi di rappresentanza delle categorie hanno alzato l'attenzione sull'utilizzo delle piattaforme social da parte degli iscritti. Sia per controllarli che per aiutarli a migliorare le proprie performance.

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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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