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Giovani e mondo del lavoro: la privacy e i big data nella top ten delle professioni del futuro

L’impiego massivo degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale, caratterizzanti l’attuale sviluppo tecnologico di (quasi) tutti i settori produttivi, implica profonde riflessioni circa gli effetti che essi comportano nelle nostre vite.

Alcuni di questi interrogativi trovano risposte in scenari poco rassicuranti che si contrappongono agli innumerevoli benefici che già abbiamo potuto ammirare. Parte dell’attenzione, ovviamente, è rivolta alle ripercussioni che tali tecnologie possono avere tanto sui livelli occupazionali quanto sulla fisionomia dei c.d. lavori del futuro. Le stime previste per il quinquennio 2023-2027 parlano di una perdita di posti di lavoro pari ad 83mln di unità equilibrata dalla creazione di 69mln di nuovi posti di lavoro, alcuni dei quali ancora non esistenti (fonte WEF 23).

Infatti, questa rivoluzione tecnologica comporterà – come già lo sta facendo – una metamorfosi del mercato del lavoro in cui molte delle attuali professioni scompariranno, alcune muteranno la propria fisionomia con modificazioni ad opera dell’AI e dei co-bot, e si assisterà alla nascita di nuovi lavori oggi non esistenti.

Con riferimento ai settori che maggiormente saranno interessati da questi cambiamenti figurano le professioni che afferiscono alla privacy, alla data protection e ai big data in generale con un incremento del 30-35% secondo il Future of Jobs report 2023 del World Economic Forum (WEF).

Tale trend è stato confermato anche in un position paper del 2024 ad opera della CCIAA Venezia Giulia Trieste Gorizia in collaborazione con The European House – Ambrosetti che hanno collocato la tutela della privacy tra le grandi sfide globali trainanti le richieste delle nuove professioni nel mercato del lavoro.

(Nella foto: Angelo Lo Bello, Consulente del Lavoro, Dottore Magistrale in giurisprudenza indirizzo avvocato d’affari e giurista d’impresa)

Infatti, le diverse realtà aziendali – culminato il processo di transizione digitale – opereranno sempre più con l’utilizzo di grandi quantità di dati e tecnologie AI che, a parere di chi scrive, determinerà la necessità di dotarsi di un esperto privacy all’interno della propria struttura, sia esso un privacy officer o un data protection officer (DPO). Dunque, l’impiego dell’intelligenza artificiale comporterà la necessità di un upskilling dei professionisti privacy che dovranno potenziare e adeguare le proprie conoscenze affinando le relative competenze.

Esaminando i report menzionati, tra le nuove figure professionali che vedono la privacy protagonista di alcuni processi produttivi troviamo lo Smart Home Design Manager e l’auditor di algoritmi.

Il primo è un professionista che si occupa di ideare, progettare e realizzare l’infrastruttura della rete di una casa attraverso la coniugazione dei bisogni dei consumatori e il rispetto della sicurezza informatica e della tutela della privacy degli utilizzatori. Il secondo, invece, è una figura altamente qualificata, con una preparazione umanistico-scientifica con tendenza filosofica, impiegata dalle aziende per verificare se le istruzioni fornite agli algoritmi siano etici, non discriminanti e soprattutto che rispettino la privacy degli utenti-consumatori.

L’emersione di queste nuove figure professionali restituisce un dato molto significativo, ovvero che la privacy non riguarda più esclusivamente le professioni che afferiscono al diritto o all’ingegneria, ma spaziano tra le altre diverse materie siano esse STEAM o prettamente umanistiche.

Dagli studi condotti emerge che entro il 2030 il mercato del lavoro relativo a determinati settori produttivi richiederà lavoratori caratterizzati da una preparazione accademica e professionale di tipo trasversale che vede nella data protection e nella gestione dei dati le competenze più richieste.

Considerato ciò gli studenti, sia degli ITS che universitari, dovrebbero prendere in seria considerazione l’avvio di percorsi universitari dedicati o, tutt’al più, integrare la propria formazione tecnica superiore o accademica con formazione professionale in ambito privacy, sicurezza dei dati e data management con l’obiettivo di risultare appetibili per il mercato del lavoro e incrementare le chance di una occupazione immediata.

Note Autore

Angelo Lo Bello Angelo Lo Bello

Dottore Magistrale in giurisprudenza indirizzo avvocato d’affari e giurista d’impresa, dottore in servizi giuridici alle imprese indirizzo Consulente del lavoro. Data Protection Officer certificato EiPass. Socio membro di Federprivacy

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