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Visualizza articoli per tag: minori

Settembre è periodo di riapertura delle scuole, con l’entusiasmo - e la fatica, ammettiamolo pure - dei primi giorni tanto per gli studenti quanto per i genitori o coloro che li accompagnano a percorrere i primi passi di un nuovo anno scolastico. Ma attenzione a compromettere la privacy e la sicurezza dei minori.

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“Ignorantia iuris non excusat”, solevano dire i nostri antenati, attraverso una locuzione che nel corso degli anni ha assunto molteplici sfaccettature. È vero, la presunzione che il cittadino, latamente inteso, conosca la legge applicabile è una necessità prima che una verità. Ci sono, tuttavia, circostanze in cui l’inconsapevolezza/superficialità/furbizia regna, con la correlata possibilità di celarsi dietro un cavillo per evitare il peggio. Ed è ancora e proprio il frequente uso dei social network a condurre ad una nuova, parallela e straziante verità: l’alzarsi dell’asticella della liceità di ciò che con essi viene compiuto.

Mercoledì, 11 Maggio 2022 15:25

Roblox: la privacy non è un gioco da ragazzi

Uno degli effetti della pandemia e dei successivi lockdown nazionali è stato certamente quello di aver aumentato in maniera esponenziale le ore che i minori passano davanti allo schermo. Di conseguenza, era inevitabile che ciò si riflettesse in maniera positiva sul mercato videoludico. A questo aumento ha certamente contribuito Roblox, il quale, più che un videogioco, è una piattaforma online per videogiochi. Infatti, tramite l’editor di Roblox, chiunque può creare un videogioco con le più svariate tematiche e meccaniche. Gli unici punti in comune sono la grafica, la quale ricorda vagamente i Lego, ed il fatto di poter monetizzare il gioco.

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Agli adolescenti piace la nuova app Photo Roulette per la condivisione delle proprie fotografie private tra i giocatori di una partita dove «la vittima» è scelta a caso, ma c'è da sentire i brividi perché le immagini, insieme ai propri dati, finiscono chissà dove. E inoltre, Photo Roulette li immagazzina per un tempo fino a sei mesi. L'applicazione mette a rischio la protezione dei dati.

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Il Garante per la protezione dei dati personali della Repubblica di San Marino ha sanzionato Facebook per un totale di 5 milioni di euro per violazioni delle norme sulla protezione dei dati personali con due distinti procedimenti, il primo dei quali riguarda la sottrazione dei dati personali di migliaia di utenti sammarinesi, mentre nel secondo l’autorità ha contestato i criteri di accertamento dell'età dei minori che chiedono di iscriversi al social network.

L'Autorità garante per la protezione dei dati personali di San Marino ha multato la piattaforma TikTok per 3,5 milioni di euro. Il provvedimento, firmato dal presidente Umberto Rapetto, è del 4 luglio scorso, ma è stato pubblicato recentemente sul sito del Garante sammarinese della privacy.

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Usare TikTok significa trasferire dati negli Stati Uniti e a Singapore. TikTok, inoltre, usa i dati degli interessati, senza chiedere consenso, per mandare pubblicità e per scopi di marketing: lo dice l'informativa privacy riportata sul sito della piattaforma.TikTok, poi, è vietato ai minori di 13 anni, ma, secondo il Garante della privacy, la piattaforma non è in grado di controllare l'età degli utenti (provvedimento n. 248 del 7 luglio 2022).

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Se i genitori litigano per le fotografie del figlio minorenne da pubblicare sui social network a decidere sarà proprio lui. Lo ha stabilito il Tribunale di Chieti con la sentenza 403 pubblicata lo scorso 21 luglio, che ha affidato al figlio di 17 anni la possibilità di negare il consenso a mamma e papà per la pubblicazione delle proprie fotografie online.

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Non lede il diritto all’immagine di un minore d’età la diffusione di un filmato che riguarda un evento di interesse pubblico se il ragazzo è stato ripreso in modo casuale, senza alcun intento di renderlo riconoscibile o identificabile. Lo ha affermato la Cassazione con l’ordinanza 2978 del 1° febbraio 2024.

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Storica sentenza in Germania. Gli eredi hanno diritto a quanto si lascia sul web, a prendere visione di ogni email e del materiale rimasto sul sito. I responsabili di Facebook si erano opposti invece alla richiesta di una madre di vedere quanto aveva lasciato la figlia quindicenne, uccisa nel 2012 da un convoglio del metro a Berlino. Ma si avevano dubbi sull'incidente. Si trattava di un suicidio? La madre cercava una risposta sulla fine della giovane. I giudici le hanno dato ragione.

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Il furto d'identità con l'intelligenza artificiale

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