Centinaia di criminali incastrati dalla app 'Anom' che prometteva di rendere il telefonino non intercettabile ma era una microspia
Mafiosi d’oltreoceano, narcotrafficanti e banditi della peggior razza sono caduti in una trappola magistrale. L’aver messo in vendita sul mercato nero e nelle profondità di Internet un cellulare “perfetto” per non essere intercettati e che invece era una sofisticata microspia merita – a dir poco – una “standing ovation”. 4500 agenti in azione, 500 mandati di cattura, 224 persone arrestate con oltre 525 capi d’accusa, 104 armi e 3 tonnellate di droga sequestrate, 45 milioni di dollari confiscati, 8 omicidi già pianificati sventati, 33 nazioni coinvolte.
(Nella foto: il Generale Umberto Rapetto)
In termini pratici con un’abile manovra “imprenditoriale” delle Forze di Polizia sarebbero stati commercializzati particolari smartphone opportunamente modificati per consentire di “dialogare” solo con qualcun altro che utilizzasse la medesima piattaforma tecnologica. Chiamate e messaggi potevano avvenire solo se l’altro utente disponeva dello stesso tipo di apparato che sembrava impenetrabile per qualunque attività investigativa.
Su quel telefono, in realtà, era installata la “taglientissima” app “ANOM” che ha spiato conversazioni e mosse di chi ha pensato di difendersi da occhi e orecchi indiscreti.
A fare da inconsapevole testimonial di questa trappola è stato il trafficante di droga australiano Hakan Ayik che, latitante, ha trovato particolarmente utile ed efficace lo smartphone che in realtà gli era stato rifilato da agenti sotto copertura che lo avevano fortunatamente agganciato.
È stato lui a rimarcare i pregi del dispositivo e a promuoverne l’utilizzo tra i criminali con cui aveva relazioni. Raccomandato da un personaggio di quel calibro, lo smartphone è subito “andato a ruba” (scusate la tautologia!) tra ladri, assassini, spacciatori. Nonostante l’apparente difficoltà di approvvigionamento, ma complice persino il dark web, intere organizzazioni si sono premurate di accaparrarsi questo “strumento di sicurezza”.
Il successo di questo “telefonino” è dimostrato dal fatto che sono ben 11.000 gli utenti in giro per il mondo, di cui solo 1650 in Australia.
La app “ANOM” progettata dalla Polizia è diventata il canale di comunicazione ed è stata utilizzata da bande criminali organizzate di tutto il mondo per pianificare esecuzioni, dar luogo a stratosferiche importazioni di enormi quantitativi di droga e compiere incredibili operazioni riciclaggio di denaro sporco.
L’Australian Federal Police ha dichiarato con legittima soddisfazione di essere stata capace di leggere fino a 25 milioni di messaggi in tempo reale.
Tra le curiosità, l’operazione “Ironside” ha permesso di scongiurare in Australia una gigantesca sparatoria di massa in un’area suburbana, azione criminale che prevedeva persino l’uso di una mitragliatrice in un bar.
di Umberto Rapetto (Infosec.news)