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Antitrust: istruttoria su Google per abuso di posizione dominante sul diritto alla portabilità dei dati personali
L'Antitrust ha avviato un'istruttoria nei confronti di Google ipotizzando un abuso di posizione dominante. Il gruppo Alphabet/Google detiene una posizione dominante in diversi mercati che consentono di acquisire grandi quantità di dati attraverso i servizi erogati (Gmail, Google Maps, Android) e nel 2021 ha realizzato un fatturato di 257,6 miliardi di dollari. Nello specifico Google avrebbe ostacolato l'interoperabilità nella condivisione dei dati presenti nella propria piattaforma con altre piattaforme, in particolare con l'App Weople, gestita da Hoda, un operatore attivo in Italia che ha sviluppato una banca di investimento dati.
Data Act: la rivoluzione della portabilità di tutti i dati
Il 23 febbraio la Commissione Europea ha presentato il Data Act, la proposta di un regolamento europeo che consenta a cittadini ed imprese di esercitare maggior controllo su tutti quei dati, personali e non, che generiamo ogni giorno. Si tratta di un altro tassello nella strategia digitale europea presentata da Bruxelles nel 2020.
Diritto alla portabilità dei dati e servizi di infomediation
Da quando nel 2006 Clive Humby, data scientist e matematico inglese, coniò la celebre affermazione: “I dati sono il nuovo petrolio” (Data is the new oil), il mercato ha visto svilupparsi vari modelli di commercializzazione dei dati personali fondati su servizi di “infomediation”. Si tratta di business model nati negli Stati Uniti, dove gli erogatori del servizio (c.d. data companies o “infomediari”) mirano ad acquisire, in favore e per conto degli interessati, grandi quantità di dati personali presso aziende che li hanno raccolti a vario titolo (ad es. un supermercato che gestisce i dati personali acquisiti tramite le fidelity card), al fine di monetizzare questo patrimonio ed ottenere una remunerazione sia per l’interessato che per se stessi.
Per soddisfare il diritto dell'interessato alla portabilità, qual è il formato previsto per i dati?
Secondo i garanti europei, i titolari dovrebbero fornire i dati personali utilizzando formati aperti di impiego comune (per esempio: XML, JSON, CSV ecc.) unitamente a metadati utili, al miglior livello possibile di granularità, mantenendo un livello elevato di astrazione.