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Dati particolari inferiti e tutela dell’interessato

Dati particolari inferiti e tutela dell’interessato

Uno dei rischi a cui la versione 1.0 delle linee guida n. 8/2020 (in consultazione) dell’EDPB, sul targeting degli utenti dei social media, è rappresentato dal non corretto utilizzo dei dati inferiti. Si premette come i dati inferiti siano il risultato della combinazione tra i dati forniti dall’utente del social media e i dati che quest’ultimo acquisisce da terze parti, sempre con riferimento al medesimo interessato.

Privacy non prerogativa per ricchi, ma presidio di democrazia

Privacy non prerogativa per ricchi, ma presidio di democrazia

La privacy permea la vita quotidiana di tutti, non solo delle persone note al pubblico o di quellecomuni, quanto soprattutto persone meno protette, cui dedicheremo massima attenzione". Il neo Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, uno dei massimi studiosi italiani di diritto privato, è chiamato a entrare nel merito di delicate questioni che spaziano dallariservatezza sui dati personali e sensibili, alla libertà dell'informazione e della comunicazione.

I cookie e la profilazione: il lupo perde il pelo ma non il vizio

I cookie e la profilazione: il lupo perde il pelo ma non il vizio

Navigando in rete è ormai diventata la normalità trovarsi, all’interno della schermata, un riquadro più o meno evidente, con colori e pulsanti, posto ad avvisarci dell’uso degli ormai famosi cookie. Sono molte le aziende che si affidano a servizi di terzi per mostrare questi messaggi. Ma sono realmente corretti? Oppure ci sono nuove insidie?  Senza gridare allo scandalo, sono emerse delle novità importanti per gli utenti dei siti.

Innovazione digitale e tutela dei dati personali: tra tecnologia, società e diritto. Traiettorie per un settennato

Innovazione digitale e tutela dei dati personali: tra tecnologia, società e diritto. Traiettorie per un settennato

La tematica della protezione dei dati personali e le sfide che l’attendono può essere esaminata attraverso vari piani di lettura. Ma certamente ve n’è uno che è imprescindibile e sovrasta su tutti gli altri ed è il fenomeno unitario e trasversale dell’innovazione digitale. La dimensione digitale è la nuova realtà dell’uomo contemporaneo, il quale, davanti ad uno schermo, trascorre e consuma una larga parte della propria esistenza. I dati sono oggi la natura artificiale che avvolge tutta la nostra vita. L’interazione con un mondo immateriale è continua. La surrogazione di azioni e bisogni che prima necessitavano di un intervento fisico assorbente.

Didattica digitale, serve anche la cultura della privacy come quotidianità

Didattica digitale, serve anche la cultura della privacy come quotidianità

La pandemia di Covid19 ha portato ad una digitalizzazione, forzata e massiva, dell’istruzione sia pubblica che privata. Un processo che, (in una fase non emergenziale) avrebbe richiesto almeno una decina di anni, è stato portato a compimento in circa tre mesi. Questo ha imposto ad una generazione di insegnanti, che sarebbe dovuta andare in pensione nei prossimi anni, l’utilizzo di strumenti e tecniche complesse rispetto alla consolidata gestione della didattica. Al fisiologico smarrimento iniziale sono seguite decine di corsi di alfabetizzazione digitale rivolti al corpo docente e amministrativo del sistema scolastico. Così facendo si è avviata, forse per la prima volta, una imponente azione di sensibilizzazione all’impiego di strumenti informatici.

Il porno deepfake è un fenomeno di massa da fermare prima che sia troppo tardi

Il porno deepfake è un fenomeno di massa da fermare prima che sia troppo tardi

I dati che rimbalzano da uno studio di Sensity sono allarmanti. Oltre 1000 deep fake caricati ogni mese sui più grandi siti internet porno del pianeta, pagine con visualizzazioni da record. Tanto per intenderci stiamo parlando di siti internet che, in termini di visitatori, nella classifica dei siti più frequentati al mondo sono secondi solo a Google, YouTube, Facebook, Twitter e Instagram. In alcuni casi hanno più visite di Wikipedia, Yahoo o Amazon.

Il presidente di Federprivacy intervistato su Rai 4

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