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Nell’era digitale, l’intelligenza artificiale (IA) si sta affermando come una forza trasformativa nel mondo aziendale. Tuttavia, questa rivoluzione tecnologica porta con sé sfide significative in termini di privacy, etica e sostenibilità.

Nel 2022 le pmi si connettono di più, ma la transizione digitale procede con lentezza e le imprese non sono ancora attrezzate per scongiurare attacchi informatici e data breach.a impresa medio-grande su tre e una pmi su sei hanno dichiarato di aver subito attacchi o intrusioni dall'esterno, con conseguente indisponibilità dei servizi, distruzione o corruzione dei dati o divulgazione di dati riservati. Si tratta di numeri che hanno subito un'impennata: nel 2019 erano una pmi su 10 e una impresa medio-grande su cinque.Inoltre, se la cybersecurity preoccupa sia pmi che grandi imprese, solo il 14,4% delle imprese minori ha stipulato un'assicurazione contro gli incidenti informatici. La cifra cresce fino al 45,1%, invece, per le imprese più grandi.

Il Consiglio dell’Unione Europea nelle proprie conclusioni sulla diplomazia digitale dell’UE del 18 luglio 2022 ha sottolineato che le politiche esterne comunitarie in materia di digitale, ciberspazio e lotta alle minacce ibride, comprese la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte di attori stranieri, devono essere pienamente coerenti e rafforzarsi reciprocamente.

Il furto d'identità con l'intelligenza artificiale

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