NEWS

Il Digital Services Act è molto più di una semplice regolamentazione del web

È fatta, il DSA è legge. Il Digital Services Act (DSA) è molto più di una semplice regolamentazione del web. È una risposta strategica al mondo digitale in rapida evoluzione, uno sforzo coordinato per stabilire norme e regole chiare nel nuovo spazio virtuale che sta plasmando sempre di più la nostra vita quotidiana. Con la sua adozione, l'Unione europea dimostra di voler stabilire un giusto equilibrio tra la tutela dei diritti fondamentali, la promozione della libertà di espressione e la necessità di controllare gli abusi online.

La visione politica alla base della DSA è tanto straordinaria quanto ambiziosa. Emmanuel Macron e altri attori chiave, di cui sono orgoglioso di far parte, hanno lavorato strenuamente per inserire questo testo in una prospettiva di sovranità digitale. Ciò significa che l'Europa non si accontenta di seguire gli standard dettati da altre potenze mondiali, ma sta plasmando attivamente le regole del gioco nel cyberspazio.

L'obiettivo è rafforzare la posizione dell'Europa come attore principale e proteggere i suoi interessi di fronte ai giganti tecnologici e alle potenze straniere.

Il DSA ha anche un ruolo essenziale da svolgere di fronte ai tentativi di Paesi terzi di interferire nei nostri processi elettorali. Attraverso norme specifiche che permetteranno di arginare la diffusione della disinformazione, esso agisce come scudo protettivo per le nostre democrazie. Ciò è particolarmente importante in un momento di tensione legato al conflitto in Ucraina. È ormai noto, infatti, come la Russia porti avanti una politica estera aggressiva, volta ad influenzare le elezioni nei nostri Paesi membri.

La data del 25 agosto è particolarmente significativa per diversi motivi: in primo luogo, l'attuazione del testo permetterà un'analisi approfondita dell'efficacia pratica del nostro approccio. In secondo luogo, quanto più efficiente si rivelerà questa attuazione, tanto più il nostro modello all'interno dell'Unione europea potrà potenzialmente diventare un esempio globale.

Sandro Gozi, membro della Commissione IMCO

(Nella foto: Sandro Gozi, membro della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori al Parlamento UE)

Da diversi anni sono impegnato in un dialogo costante con i miei omologhi del Congresso degli Stati Uniti e con i rappresentanti delle Nazioni Unite sulla nostra strategia digitale. A novembre una delegazione del Parlamento europeo di cui farò parte, si recherà in missione ufficiale a New York e Washington per presentare il nostro lavoro e promuovere un patto digitale globale sotto l'egida dell'ONU.

Il DSA pone le basi per evitare che ciò che è illegale offline si diffonda impunemente online ed esige che le principali piattaforme si assumano le proprie responsabilità nella lotta contro i contenuti illegali e gli abusi.

Le severe sanzioni pecuniarie previste in caso di inadempienza sottolineano l'importanza di questo obbligo. Inoltre, le piattaforme devono adottare pratiche trasparenti, offrire strumenti efficaci di segnalazione e limitare l'uso di dati sensibili, rendendo pubblico il funzionamento dei loro algoritmi. Grazie alla formulazione di nuove discipline giuridiche, il DSA fungerà da modello per altre nazioni e regioni.

Assumendosi la leadership nella regolamentazione del cyberspazio in modo responsabile ed equo, l'Unione europea incoraggia il resto del mondo a seguire il suo esempio nel preservare i valori democratici, contrastare gli abusi online e garantire la sicurezza digitale.

Il DSA dimostra come un approccio proattivo e ponderato possa trasformare le sfide digitali in opportunità per rafforzare le società e le democrazie. Ciò consentirà all'Europa di passare da semplice "seguace" a "precursore". Non siamo più spettatori, ma leader, affermando il nostro modello di società basato sui nostri valori più cari. Il "prossimo passo" di questa strategia consiste nel portare a termine i negoziati sulla legge sulla pubblicità politica online, in linea con l'approccio generale del DSA. Da seguire con attenzione...

Note sull'Autore

Sandro Gozi Sandro Gozi

Membro del Parlamento Europeo, membro della Commissione IMCO per il mercato interno e la protezione dei consumatori | Twitter: @sandrogozi

Prev Digital Services Act e Digital Markets Act: una nuova costituzione digitale europea per utenti, cittadini e imprese?
Next Senza cybersecurity non può esserci né privacy né conformità al GDPR

Il furto d'identità con l'intelligenza artificiale

Mappa dell'Italia Puglia Molise Campania Abruzzo Marche Lazio Umbria Basilicata Toscana Emilia Romagna Calabria

Rimani aggiornato gratuitamente con la nostra newsletter settimanale
Ho letto l'Informativa Privacy