ChatGPT sarà pure intelligente ma di calcio non ci capisce tanto
Negli ultimi tempi ChatGpt ha acceso i riflettori sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale, e in effetti l’assistente virtuale conversazionale sviluppato da OpenAI sta affascinando milioni di utenti per la sua capacità di comprendere e generare il linguaggio naturale in modo molto simile a quello umano. Se ChatGpt è effettivamente in grado di comporre testi complessi, rispondere a una vasta gamma di domande e fornire informazioni su fatti storici, cultura popolare, temi scientifici e tecnologici, dall'altra parte man mano che gli utenti vi prendono dimestichezza e lo testano sui vari argomenti emergono anche delle evidenti limitazioni, compresa quella che nello sport più seguito dagli italiani non sembra azzeccarci più di tanto, e in molti casi non pare neanche troppo aggiornato.
Infatti, se gli si propongono quesiti in materia di calcio, molte volte le risposte fornite dalla chatbot possono pure essere corrette, ma non di rado capita che gli esiti destino invece qualche perplessità o risultare addirittura bizzarri. Ad esempio, domandando in quale squadra giochi oggi Cristiano Ronaldo, la risposta è il Manchester United, ignorando che il campione portoghese a dicembre 2022 si è trasferito in Arabia Saudita per giocare con l'Al-Nassr.
Alla domanda “dove gioca Khvicha Kvaratskhelia?”, in prima istanza la risposta della chatbot è nel Rubin Kazan, poi a un secondo tentativo risponde nel Lokomotiv Mosca, e infine all’ennesimo tentativo ChatGpt si arrende chiedendo garbatamente scusa e ammettendo di non sapere dove giochi il talento georgiano, che in realtà è un calciatore del Napoli. Il presidente dell'Associazione Italiana Arbitri (Aia), sarebbe un tale Giuseppe Pairetto. Tralasciando il fatto che l’ultimo a presiedere l’associazione è stato il dimissionario Alfredo Trentalange che tuttora attende ancora l’elezione del suo erede, di arbitri con cognome Pairetto risultano solo Pierluigi e il figlio Luca che ha seguito le orme del padre.
Inoltre, se gli domandiamo chi sia l’allenatore italiano che ha vinto più di tutti, ChatGpt risponde che si tratta di Giovanni Trapattoni, con i suoi 21 titoli. In realtà, facendo la conta nei rispettivi lemmi su Wikipedia si può accertare che il primato appartiene a Carlo Ancelotti, con 25 titoli complessivi. Chiedendo poi quali squadre ha allenato Maurizio Sarri, secondo ChatGpt il mister toscano nella stagione 2020-2021 sarebbe stato il coach dello Zenit San Pietroburgo, ma da quanto risulta dalle cronache dopo la sua esperienza alla Juventus terminata nel 2020, in quel periodo Sarri si prese un anno sabbatico per poi andare direttamente alla Lazio nel 2021 senza transitare dal territorio russo.
Dai vari test effettuati è risultato anche che nell’anno del suo secondo scudetto (stagione 1989-1990), il Napoli sarebbe stato allenato da Ottavio Bianchi, quando invece egli era passato alla Roma e il suo posto nella squadra partenopea era stato preso da Alberto Bigon. Se si chiede quale squadra abbia vinto il mondiale del Qatar 2022, la chatbot risponde che non è in grado di fare previsioni sul futuro, rischiando così di fare innervosire i tifosi argentini. A anche provando a fare una domanda analoga su chi abbia vinto la Coppa Italia nel 2022, il tenore della risposta non cambia e ChatGpt ribadisce che non può ancora rispondere a tale domanda perché non ha accesso a informazioni future e suggerisce di seguire le notizie sportive se si vuole essere aggiornati su chi vincerà il trofeo, che in realtà si aggiudicò l’Inter battendo in finale la Juventus a maggio dello scorso anno.
(Nella foto: Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy)
E sempre l’Inter sarebbe in testa alla classifica nel campionato in corso, a dispetto della vera capolista, che è attualmente il Napoli allenato da Luciano Spalletti. I suddetti esempi dovrebbero essere sufficienti a giungere alla conclusione che le risposte di ChatGpt vanno prese con le molle, e prima di utilizzare in diversi modi i testi da esso prodotti è sempre opportuno verificarne accuratamente la correttezza.
Un’ultima considerazione che merita di essere fatta riguarda la normativa sui dati personali: è vero che per i personaggi pubblici il diritto alla privacy risulta attenuato rispetto a tutti i comuni mortali per lasciare spesso spazio al diritto di cronaca, ma d’altra parte l’art. 5 del gdpr richiede che i dati debbano essere sempre e comunque “esatti e, se necessario, aggiornati; devono essere adottate tutte le misure ragionevoli per cancellare o rettificare tempestivamente i dati inesatti rispetto alle finalità per le quali sono trattati” rispettando il requisito di “esattezza”.
E ai sensi dell’art. 16 del Regolamento europeo sulla privacy, anche un giocatore di calcio o un allenatore “ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la rettifica dei dati personali inesatti che lo riguardano senza ingiustificato ritardo”. Cosa accadrebbe quindi se questi personaggi famosi manifestassero di non gradire di vedere la marea di informazioni strampalate (o vere e proprie fake news) che vengono sfornate da ChatGpt sul loro conto e rivendicassero i loro diritti rivolgendosi al Garante della privacy?
di Nicola Bernardi (Fonte: Wired)