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Francesco Pizzetti

Professore ordinario di diritto costituzionale a Torino e docente alla Luiss. Presidente Autorita' Garante per la protezione dei dati personali dal 18 aprile 2005 al 17 giugno 2012.

Il 5 settembre a Vilnius, in Lituania, La Commissione UE ha firmato a nome degli Stati membri del Consiglio di Europa una Convenzione su “Intelligenza Artificiale e i Diritti Umani, la Democrazia e lo Stato di diritto”.

Per comprendere quanto sta accadendo bisogna andare oltre la tradizionale visione della regolazione dei dati nell’epoca digitale e dello stesso GDPR.

Negli ultimi anni l’attività regolatoria dell'UE, rivolta alla creazione di uno spazio unico digitale europeo, è stata impressionante e ha dato vita all'approvazione di regolamenti come il Digital Market Act, il Digital Services Act, e il Data Governance Act, che hanno concorso attivamente a costruire un sistema regolatorio europeo uniforme relativamente alla circolazione e all’uso dei dati digitali.

In Italia e in Europa il tema del rapporto tra il diritto fondamentale alla protezione dei dati personali e i sistemi che offrono servizi basati sull’Intelligenza Artificiale è esploso in modo fragoroso con la vicenda legata ai provvedimenti del Garante italiano relativi a ChatGPT e alle violazioni ravvisate dal Provvedimento del 30 marzo 2023, essenzialmente nella carenza di adeguata informativa agli utenti del servizio circa l’uso e il trattamento di dati personali dell’utente o di terzi e circa le modalità di accesso a tali dati, nonché alla possibilità di esercitare l’eventuale diritto di rettifica o di richiesta di cancellazione ove ricorrano le ipotesi previste a tali fini dal GDPR.

Il 13 aprile nella riunione dello European Data Protection Board (EDBP) tenutasi a Bruxelles le Autorità garanti della UE, nell’ambito della discussione sui provvedimenti adottati dalla Autorità italiana rispetto alla Chat GPT, ai quali già  hanno fatto seguito azioni specifiche assunte sullo stesso tema dalle Autorità garanti dei principali Paesi UE, hanno deciso di istituire una task force “per promuovere la cooperazione e lo scambio di informazioni su eventuali azioni di applicazione condotte alle Autorità di protezione dei dati”.

In data 30 marzo 2023 il Presidente della Autorità italiana garante per la protezione dei dati personali, avvalendosi dei poteri d’urgenza previsti dall’art.5.comma 8 del Regolamento 1/200058 e di quanto disposto dall’art.58 par. 2, lettera f) del GDPR, ha adottato un provvedimento di urgenza nei confronti della società OpenAi quale società sviluppatrice e gestrice di ChatGPT, col quale ha disposto con effetto immediato la limitazione provvisoria del trattamento di dati di utenti italiani.

Come è noto, uno dei nodi importanti affrontato dal GDPR è stato quello di assicurare che fossero chiari i rapporti tra le autorità di protezione dei dati dei vari paesi, sia sotto il profilo della ripartizione delle competenze tra esse, che sotto quello della conformità dei criteri adottati per applicare le norme del Regolamento UE, e sia per gli aspetti relativi alla qualificazione degli eventuali trattamenti illeciti di dati, che alla definizione delle sanzioni da adottare.

Il Wall Street Journal ha pubblicato pochi giorni fa un articolo a firma Sam Schechner che annuncia un vero e proprio terremoto nel modello di business che è alla base dei successi di Meta e delle piattaforme ad essa ricollegabili. Inoltre l’annuncio del WSJ costituisce anche una notizia importante circa il ruolo che sempre più sta assumendo lo European Data Protection Board nell’applicazione del Gdpr anche rispetto ai meccanismi di controllo e coerenza tra le Autorità di controllo sull’uso dei dati personali.

L’ampia analisi condotta da Federprivacy sui rapporti tra i siti web e la tutela dei diritti privacy nel mondo digitale merita di essere considerata con la massima attenzione. Essa è tutta incentrata sulle misure adottate da un corposo e molto articolato insieme di siti web in ordine al dovere dei titolari di trattamenti di dati personali di assicurare agli interessati una adeguata informativa privacy, completa di tutti i riferimenti normativi. Una informativa che, sia nel quadro del GDPR che degli altri documenti e Regolamenti della UE, deve essere facilmente accessibile e comprensibile da tutti i destinatari, e cioè almeno da parte di tutti gli interessati.

Su Repubblica, redazione di Firenze del 10 novembre si annuncia che il Comune di Arezzo, in cooperazione col gruppo Lab Consulence, intende sperimentare attraverso la sua polizia municipale un progetto che prevede l’uso di occhiali speciali in dotazione agli agenti addetti alla vigilanza sul traffico che consentono la proiezione sul visore degli agenti di dati relativi al comportamento di conduttori di veicoli che operano nel raggio di azione degli occhiali stessi. L’agente che controlla può, ricevuta l’immagine, decidere immediatamente se è stata o no commessa una infrazione che giustifichi la sanzione, attivando contemporaneamente anche gli strumenti a sua disposizione.

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Il presidente di Federprivacy a Report Rai 3

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