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"Un'ulteriore criticità del capitalismo delle piattaforme riguarda la tendenza alla remunerazione del consenso al trattamento dei dati personali, assunto come parte di uno scambio tra dati e servizi". Il 6 luglio 2023 il Presidente dell'Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha presentato la Relazione annuale sull'attività del 2022 e ha così introdotto uno dei temi in essa contenuti. Si tratta del "cookie-or-pay wall" o semplicemente "paywall": una recente modalità con cui l'utente è messo in condizione di accedere a determinati contenuti web, potendo scegliere tra le alternative del consenso ai cookie - compresi quelli di profilazione – o del pagamento di un prezzo.

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Per i cookie wall c'è uno spiraglio: non sono illegittimi in assoluto. Dipende. Lo hanno detto il Garante privacy, il Garante della concorrenza del mercato, la Cassazione. L'illegittimità scatta quando la volontà è calpestata. Ma il “prendere o lasciare” (o consenso per farsi tracciare e profilare con i cookie o niente accesso a un sito) e cioè scambio dati contro contenuti digitali è stato sdoganato anche dalla legge.

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Con recente deliberazione (Registro dei provvedimenti n. 23 del 26 gennaio 2023) il Garante Privacy dispone di continuare la propria attività ispettiva per il periodo gennaio-giugno 2023.

C’è ancora molto da fare in merito alla tutela dei diritti di riservatezza e di tutela dei dati personali degli utenti dei siti web; eppure un quadro giuridico di riferimento lo possiamo trovare grazie alla Direttiva 2002/58/CE, la quale si richiama gli articoli 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali della Unione Europea ovvero al rispetto della vita privata e della vita familiare, nonché all’art. 8 sulla protezione dei dati di carattere personale.

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L’utilizzo dei cookie, così fondamentale e pervasivo nella nostra società ormai dominata dal web, solleva questioni di vario tipo legate alla tutela dei dati personali, tanto che è stato oggetto di varie e celebri pronunce e Linee Guida da parte di Corti e Autorità in tutta l’Unione Europea.

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Quasi la metà dei siti italiani mostrano banner sull'utilizzo dei "biscotti digitali", anche se in realtà non ne sono tenuti. Informazione fuorviante che crea fastidio ai visitatori, e non contribuisce a fiducia degli utenti, i quali pensano erroneamente di essere sistematicamente monitorati. Aumentata la percentuale dei siti che si sono messi in regola con la privacy policy nei form dei contatti.

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Il 1 ° ottobre 2020, l'Autorità francese per la protezione dei dati (CNIL) ha pubblicato una versione rivista delle sue linee guida sui cookie e tecnologie similari, con le proprie raccomandazioni finali sulle modalità pratiche per ottenere il consenso degli utenti alla memorizzazione oppure all’utilizzo di cookie non essenziali e tecnologie simili sui propri dispositivi, nonché una serie di Faq.

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I siti di news europei hanno ridotto in modo sostanziale il numero di cookie utilizzati senza il consenso degli utenti dopo che il Gdpr è diventato pienamente effettivo lo scorso maggio. A svelarlo una ricerca del Reuters Institute for the Study of Journalism dell’università di Oxford, che ha censito oltre 200 siti di notizie europei ad aprile (prima del Gdpr) e poi a luglio (dopo il Gdpr).

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Scatta il rischio sanzioni privacy per chi, sui propri siti Internet, continua a usare e anche per chi ha usato in passato Google Analytics 3 o servizi simili. Sono servizi per avere statistiche su chi visita le pagine web, ma sono illegittime se trasferiscono dati verso gli Usa, senza garanzie per gli interessati. Il Garante italiano, seguendo i precedenti conformi dei garanti austriaco e francese, ha, infatti, bocciato la versione 3 di Google Analytics (GA) con il provvedimento n. 224 del 9 giugno 2022, a latere del quale ha avvisato aziende e pubbliche amministrazione che, a partire dal novantesimo giorno successivo alla notifica del provvedimento citato all'operatore coinvolto, sarebbero state avviate ispezioni per accertare chi è in regola e chi no con il Gdpr.

Tra fastidiosi banner che ci chiedono un consenso che di fatto non può essere negato se vogliamo proseguire la navigazione su un sito e la continua visualizzazione di annunci pubblicitari mirati in base ai nostri gusti e alle nostre abitudini di consumo mentre navighiamo in internet, quella sensazione di essere spiati e vessati in ogni nostro click adesso potrebbe finire per davvero.

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Il furto d'identità con l'intelligenza artificiale

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