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Facebook, violazioni su trattamento dati non solo all’autorità capofila

Facebook, violazioni su trattamento dati non solo all’autorità capofila

Spazio anche alle Authority nazionali per contrastare l’invadenza dei social network nella gestione dei dati. Le conclusioni dell’avvocato generale della corte Ue nella causa C-645/19 vanno in questa direzione escludendo che possa essere la sola Autorità capofila per la protezione dei dati (quella del paese di stabilimento della società) a potere intervenire.

Marketing, il termine di conservazione dei dati può essere deciso dalle aziende, ma serve il consenso dell'interessato

Marketing, il termine di conservazione dei dati può essere deciso dalle aziende, ma serve il consenso dell'interessato

Privacy ad hoc per il marketing. Il termine di conservazione dei dati, da usare per le campagne promozionali, può essere deciso dalle aziende, in base alle esigenze oggettive di mantenimento ed espansione della base di clientela. Questo, però, nel rispetto dell'obbligo di acquisizione del consenso, che rappresenta la regola per trattare in maniera lecita i dati personali per scopi di marketing. I casi di soft spam (marketing senza consenso) sono, infatti, l'eccezione, anche se sono comunque un'opzione consolidata nella legge e nella prassi.

Chi posta commenti offensivi sui social rischia la diffamazione aggravata

Chi posta commenti offensivi sui social rischia la diffamazione aggravata

Attenzione a lasciarsi coinvolgere in battibecchi sui social perché lanciare in rete post offensivi può costare una condanna per diffamazione aggravata dall’uso del mezzo di pubblicità. Il reato è quello previsto dall'articolo 595, comma 3, del Codice penale che punisce (con la reclusione da sei mesi a tre anni o con la multa minima di 516 euro) chi offenda l'altrui reputazione comunicando con un mezzo di pubblicità. Per i giudici, infatti, anche un messaggio postato a un gruppo limitato di amici ha potenzialmente la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone.

Covid-19, privacy soft fino a luglio con semplificazioni su scambio dati, informative e autorizzazioni

Covid-19, privacy soft fino a luglio con semplificazioni su scambio dati, informative e autorizzazioni

Continua la privacy in versione light causa Covid. L'articolo 19 del decreto legge 183/2020 (Milleproroghe) rinvia al 31 luglio 2021 il termine che legittima lo scambio dei dati tra autorità pubbliche (sanità, protezione civile, enti locali ecc.) ed enti attuatori (anche privati), semplifica l'informativa e le autorizzazioni a trattare i dati.

Niente danni se non si prova la gravità delle conseguenze provocate dalla diffusione di dati personali

Niente danni se non si prova la gravità delle conseguenze provocate dalla diffusione di dati personali

Dalla lesione del diritto alla privacy scaturisce il diritto al risarcimento dei danni non patrimoniali solo se si dimostra la gravità e la serietà delle conseguenze patite dall'illegittima circolazione dei propri dati personali. Ciò in ossequio al principio costituzionale di solidarietà derivante dall'articolo 2 della Carta. La Cassazione, con la sentenza n. 29982/2020, ha perciò respinto la richiesta di ristoro avanzata in base alla tesi che l'illegittima diffusione di dati personali determini automaticamente un danno non patrimoniale senza necessità di dimostrare le gravi e serie conseguenze chevil titolare abbia patito.

Nel 2021 i liberi professionisti puntano su privacy e crisi d’impresa

Nel 2021 i liberi professionisti puntano su privacy e crisi d’impresa

Nel 2021 i nuovi servizi che i professionisti dell’area economico-giuridica offriranno sono soprattutto la consulenza per le crisi di impresa e quella per la compliance alle normative sulla privacy e le nuove tecnologie. Oltre che l’assistenza alle start up. Guarda soprattutto alle novità legislative l’orizzonte di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro. È questo il dato che emerge dall’analisi dell’Osservatorio Professionisti e innovazione del Politecnico di Milano sul proprio campione di tremila studi di avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e studi multidisciplinari, statisticamente rappresentativi delle varie realtà italiane, quindi sia di piccole che medie e grandi dimensioni.

Il presidente di Federprivacy a Rai Parlamento

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