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Scuole, l'uso di TikTok da parte di dipendenti e studenti comporta criticità sulla privacy

Scuole, l'uso di TikTok da parte di dipendenti e studenti comporta criticità sulla privacy

Usare TikTok significa trasferire dati negli Stati Uniti e a Singapore. TikTok, inoltre, usa i dati degli interessati, senza chiedere consenso, per mandare pubblicità e per scopi di marketing: lo dice l'informativa privacy riportata sul sito della piattaforma.TikTok, poi, è vietato ai minori di 13 anni, ma, secondo il Garante della privacy, la piattaforma non è in grado di controllare l'età degli utenti (provvedimento n. 248 del 7 luglio 2022).

Privacy da tutelare nei documenti utilizzati come prova a giudizio

Privacy da tutelare nei documenti utilizzati come prova a giudizio

Protezione dei dati personali da assicurare anche dinanzi ai giudici nazionali nei casi di produzione di documenti che raccolgono dati personali di terzi per fini fiscali, che servono come elemento di prova in procedimenti civili. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Ue (sentenza C-268/21) destinata a incidere sulla normativa processuale nazionale grazie ai chiarimenti sull’applicazione dell’articolo 6 del Gdpr, norma che stabilisce i criteri per considerare lecito un trattamento di dati.

Anche i re violano la privacy

Anche i re violano la privacy

Anche le monarchie violano la privacy. Ma non temono sanzioni, perché gli uffici reali godono della immunità del sovrano. È la cronaca di quanto è successo in Belgio, dove il Garante della privacy ha messo nero su bianco (decisione n. 12/2023 del 16 febbraio 2023 nel caso n. DOS-2020-0565) che la regia amministrazione, venendo meno agli obblighi di trasparenza e di informativa, ha violato gli articoli 12 e 13 del regolamento Ue 2016/679 (Gdpr), per non avere dato notizie su come vengono trattati i dati dei cittadini (o sudditi?) che inviano richieste a Sua Maestà (mentre l'informativa, però, non si sa con quale logica, viene data a chi visita il sito internet della blasonata monarchia).

Alla difesa spetta la garanzia di accesso agli atti delle intercettazioni

Alla difesa spetta la garanzia di accesso agli atti delle intercettazioni

La notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari non esaurisce gli oneri a presupposto dell’esercizio dell’azione penale. E tra questi oneri una rilevanza particolare ha la effettiva possibilità di esame da parte della difesa degli atti depositati dal pubblico ministero con il materiale relativo a intercettazioni, come previsto dalla riforma entrata in vigore nel 2020. In caso contrario la richiesta di rinvio a giudizio deve essere dichiarata nulla.

Condannata Facebook per non aver rimosso i post dal contenuto diffamatorio

Condannata Facebook per non aver rimosso i post dal contenuto diffamatorio

Facebook deve rimuovere i post del cui contenuto diffamatorio è pienamente consapevole. In caso contrario deve essere sanzionata sul piano pecuniario. A questa conclusione approda il Tribunale di Milano, Prima sezione civile, con sentenza con la quale Facebook è condannata al risarcimento danni nei confronti di Snaitech per non avere tempestivamente cancellato una serie di contenuti diffamatori pubblicati nelle pagine «Truffa Snaitech» e «Snaitech Truffa».

Se la testata online non rimuove la notizia non aggiornata può scattare il risarcimento

Se la testata online non rimuove la notizia non aggiornata può scattare il risarcimento

La Cassazione, sentenza n. 6116-2023, detta le regole per il risarcimento del danno in caso di mancata rimozione, da un giornale online, di una notizia non aggiornata relativa ad un procedimento penale. Una notizia, in ipotesi, causa di possibili danni reputazionali per la persona citata. Per la Terza sezione civile, che su questo afferma un principio di diritto, deve ritenersi che "la persistenza nel sito web di una testata giornalistica della risalente notizia del coinvolgimento di un soggetto in un procedimento penale - pubblicata nell'esercizio legittimo del diritto di cronaca, ma non aggiornata con i dati relativi all'esito di tale procedimento - non integra, di per sé, un illecito idoneo a generare una pretesa risarcitoria".

Siamo tutti spiati? il presidente di Federprivacy a Cremona 1 Tv

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