Corte Europea dei diritti dell'uomo, l’Ordine può controllare lo studio dell’avvocato soggetto a procedimento disciplinare
Gli avvocati hanno diritto a una protezione rafforzata nello svolgimento dell’attività, ma è conforme alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo la decisione dell’Ordine di controllare la documentazione nello studio del legale. Lo ha stabilito la Corte di Strasburgo (ricorso n. 25038/13), a cui si era rivolto un avvocato francese - al centro di un procedimento disciplinare per motivi legati al pagamento delle tasse e a negligenza verso un cliente - dopo che i tribunali nazionali avevano respinto ogni azione. Anche Strasburgo ha rigettato l’istanza, pur riconoscendo che si era verificata un’ingerenza nel diritto al rispetto della vita privata nel momento in cui il presidente dell’Ordine degli avvocati aveva svolto alcuni accertamenti nello studio del professionista in assenza di quest’ultimo.
Quel potere era, però, attribuito dalla legge e perseguiva un fine legittimo come la protezione di diritti altrui. I controlli, poi, erano stati effettuati da un avvocato e, quindi, da un soggetto consapevole delle esigenze di segretezza dei legali. D’altra parte, a fronte delle numerose contestazioni, l’Ordine doveva intervenire per salvaguardare il rispetto della deontologia e dell’etica professionale.