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La voce del capo gli ordina di fare un bonifico di 221mila euro, ma è una frode di "vishing"
Se il vostro capo vi telefonasse chiedendovi di effettuare un bonifico urgente ad un fornitore, probabilmente non battereste ciglio ed ubbidireste all'ordine che vi viene impartito. Tuttavia, la voce che sta all'altro capo del filo potrebbe non essere affatto quella del vostro boss, ma di un sintetizzatore vocale in grado di imitarlo perfettamente, tanto da non farvi destare alcun sospetto, neanche se la richiesta è quella di trasferire un grosso importo di denaro su un conto bancario che non conoscete.
L’insostenibile leggerezza dei dati biometrici (sbattuti sul cofano)
Lascia a dir poco interdetti l’annuncio, rimbalzato negli ultimo giorni dal quartier generale della Porsche, secondo il quale gli acquirenti dell’ultimo modello della celebre 911 potranno richiedere alla casa automobilistica di stampare, in alta definizione, la gigantografia, in alta definizione, della propria impronta digitale sul cofano della macchina.
L’Ue stoppa il riconoscimento facciale: “No all’utilizzo nei luoghi pubblici”
Gli occhi saranno la nostra password, ma nell'era della sorveglianza di massa, i nostri dati biometrici - il volto, l'altezza, i segni particolari - conservati in giganteschi database, potrebbero essere usati per spiarci e seguirci ovunque. Mentre in Cina, come negli Stati Uniti, l'utilizzo del riconoscimento facciale nei luoghi pubblici diventa sempre più invasivo, l'Unione europea frena sull'utilizzo di una tecnologia ad alto rischio per la privacy e prepara una moratoria per valutare i potenziali pericoli.
No al doppio controllo per contrastare l'assenteismo dei dipendenti pubblici
No all'obbligo di doppio controllo (videosorveglianza e impronte digitali) sugli accessi al lavoro dei dipendenti pubblici. È in contrasto con il regolamento Ue sulla privacy (Gdpr). Lo ha ricordato Antonello Soro, presidente dell'autorità garante per la protezione dei dati personali, che è stato sentito ieri 6/2/2019 dalle commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro della Camera, impegnata nell'esame del disegno di legge (atto 1433), recante interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo.
No del Garante Privacy al riconoscimento facciale per controllo presenze dei lavoratori
Il riconoscimento facciale per controllare le presenze sul posto di lavoro viola la privacy dei dipendenti. Non esiste al momento alcuna norma che consenta l’uso di dati biometrici, come prevede il Regolamento, per svolgere una tale attività. Per questo motivo il Garante privacy ha sanzionato cinque società per aver trattato in modo illecito i dati biometrici di un numero elevato di lavoratori.
Non si possono conservare in maniera generale e indifferenziata i dati biometrici e genetici delle persone che hanno subito una condanna penale
Le autorità di polizia non possono conservare, senza altro limite temporale se non quello del decesso dell’interessato, dati biometrici e genetici riguardanti tutte le persone che abbiano subito una condanna penale definitiva per un reato doloso. La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea(CGUE) nella causa C-118/22.
Privacy al test per i "furbetti" della pubblica amministrazione
Per la bio-videosorveglianza dei dipendenti pubblici ci vuole una preventiva valutazione di impatto privacy. Lo ha scritto il Garante per la protezione dei dati, nel parere (provvedimento n. 167 del 19 settembre 2019) sullo schema di dpcm, che attua l'articolo 2 della legge 56/2019, recante «Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo».
Quanto vale la nostra privacy? Il caso di ClearviewAI: se mi paghi, ti perdono
ClearviewAI, famosa in tutto il mondo per aver pescato a strascico online decine di miliardi di immagini di volti di miliardi di persone, averne estratto le impronte biometriche e averle messe in vendite nell’ambito di un servizio di riconoscimento facciale ha appena raggiunto un accordo per chiudere dodici class action proposte nei suoi confronti da chi lamentava una violazione della propria privacy.
Riconoscimento facciale, controlli di sicurezza e sistemi di pagamento ingannati da una maschera
Una maschera o una semplice fotografia è quanto in certi casi può bastare per ingannare la tecnologia del riconoscimento facciale, evidenziando un'allarmante lacuna di quello che negli ultimi tempi viene definito e pubblicizzato come il più moderno ed efficace strumento di sicurezza al posto della password o di altri metodi di identificazione tradizionali.
Riconoscimento facciale, niente spesa al supermercato e addio privacy per chi ha precedenti penali
Se avete precedenti penali le telecamere del supermercato lo rilevano subito e vi impediscono di entrare facendo scattare l’allarme per avvertire la polizia. Non sono scenari avveniristici, ma è ciò che accade già da qualche giorno in circa 40 supermercati spagnoli situati a Maiorca, Saragozza e Valencia.