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Secondo il Tribunale di Udine non ci fu violazione della privacy sui vaccini da parte dell'Asufc: accolto il ricorso e annullata la sanzione

Secondo il Tribunale di Udine non ci fu violazione della privacy dall’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale sulle vaccinazioni, e per questo ha accolto integralmente il ricorso presentato da dall’azienda sanitaria contro l’ordinanza ingiunzione emessa dal Garante per la protezione dei dati personali, annullando la sanzione di 55mila euro e ordinando la pubblicazione integrale della sentenza sul sito del Garante, al fine di darne diffusione sui mezzi di stampa.

Non ci fu violazione della privacy sui vaccini, l’Asufc vince il ricorso

La sentenza conferma la piena legittimità dell’operato di ASUFC nel dare attuazione ad una delibera della Regione Friuli Venezia Giulia in materia di vaccinazioni anti influenzali.

Secondo la decisione del tribunale, contrariamente a quanto affermato dal Garante, “l’Asufc non ha compiuto alcuna attività di stratificazione della popolazione e non ha posto in essere alcuna attività di medicina di iniziativa o predittiva, ma si è limitata ad adempiere al proprio dovere di attuare quanto previsto nella delibera regionale e lo ha fatto nel pieno rispetto della normativa in materia di trattamento dei dati”.

Nessun assistito di ASUFC è stato, infatti, stratificato o classificato sulla base di eventuali proprie patologie, così come non è stato inserito in alcun sistema di monitoraggio predittivo del proprio stato di salute, così come prevede la medicina di iniziativa in senso stretto.

In questa vicenda, è stata semplicemente stilata una lista di pazienti in condizioni, già note, di complessità e di comorbidità, al fine di offrire a questa coorte di assistiti la vaccinazione influenzale, per tutelare la loro condizione di salute e ASUFC ha partecipato all’attività, per la propria parte di competenza, in raccordo con l’Agenzia Regionale di Coordinamento per la Salute e con i medici di medicina generale, rispettando la normativa in materia di protezione dei dati e, quindi, tutelando la loro riservatezza e i loro diritti.

“Consapevoli di aver lavorato nel rispetto della legge e per il bene della popolazione, accogliamo con soddisfazione la sentenza con la quale veniamo assolti dalla sanzione amministrativa”, ha commentato il direttore generale Denis Caporale.

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