Rischio maxisanzioni per le violazioni privacy in tribunale
Maxi sanzioni fino a 150mila euro in caso di irregolarità nella gestione dei dati personali da parti dei soggetti delegati al trattamento «a fini di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzioni di sanzioni penali».
Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri in prima lettura lo schema di decreto legislativo che attua la direttiva 2016/680/Ue, con cui si disciplinano le regole di gestione dei dati personali non solo da parte dei Tribunale, ma anche di tutti quegli organismi che si occupano di svolgere indagini o verifiche di ordine pubblico.
La norma ha l’obiettivo di fornire una regolamentazione organica del trattamento dei dati personali delle persone fisiche legate ad aspetti penali, che supera e sostituisce quella già disciplinata nei titoli primo (principi generali) e secondo (regole generali per il trattamento dei dati) del Codice (Dlgs 196/2003).
Stando allo schema di decreto, si rischiano sanzioni da 50mila a 150mila euro nel caso in cui i dati non siano trattati in modo lecito e corretto e siano trattati per finalità diverse. Si va da 20mila a 80mila euro, invece, qualora ci siano violazioni delle disposizioni che regolano l’esercizio dei diritti di informazione, accesso, rettifica o cancellazione dei dati personali e limitazione del trattamento.
Con il provvedimento, che ora dovrà ricevere i pareri delle Camere, si intende creare un testo unitario, tutto dedicato alla complessiva disciplina del trattamento dei dati personali in ambito penale, con l’obiettivo di creare un verso e proprio statuto, contenente i principi generali di regolamentazione della materia, rivolti anche al legislatore del futuro.
Fonte: Il Sole 24 Ore del 9 febbraio 2018