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Giovanni Buttarelli, elezioni europee a rischio fake news

Da tempo ormai il tema delle fake news e dell’influenza dei social network sui più importanti processi della democrazia occidentale, in primo luogo elezioni e referendum, è diventato centrale nel dibattito europeo. E per contrastare questo fenomeno e proteggere il diritto alla privacy dei dati si è fatto molto in Europa negli ultimi anni. Tuttavia non bisogna abbassare la guardia.

Il Garante Europeo per la Privacy Giovanni Buttarelli ha confermato come ci siano non poche preoccupazioni nel contesto europeo proprio perché ci troviamo ridosso di “una delle più importanti competizioni elettorali della storia europea”, non solo nel dialogo tra sovranisti e europeisti, ma per un insieme di dinamiche particolarmente complesse nell’area della propaganda e dell’informazione.

Tramite proposte di Soft legislation e partecipazione ad alcune delle più sentite controversie nell’ambito dei dati gestite dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, il Garante in futuro si farà sempre più tramite tra le istituzioni e le autorità di protezione dei dati personali, e attraverso attività di documentazione specifica supervisionerà il modo con cui le forze politiche europee, partecipando alle elezioni, diffonderanno la propria propaganda.

Sempre a cavallo delle elezioni europee, ha ribadito il Garante, ci si occuperà dei fenomeni non solo legati alla correttezza dei processi propagandistico e democratico, ma anche di sicurezza nel cyber spazio, supervisionando – grazie al ruolo del Procuratore europeo – anche fenomeni come frode e criminalità informatica.

“L’Europa”, ha evidenziato Buttarelli, “si presenta con tutte le carte in regola per quanto riguarda il tema della democrazia digitale” essendo già intervenuta con regolamenti e raccomandazioni in materia. Il tema della correttezza e della regolarità delle elezioni, ribadisce, “è un fenomeno inquadrato in una dimensione totalmente diversa oggi rispetto a quanto non fosse qualche anno fa. La sensibilità europea rispetto alla tematica parte dai più semplici sistemi di automazione dei servizi fino a toccare tutto l’emisfero delle piattaforme digitali, nonché il modo molto concreto con cui i dati personali da essi prelevati possono essere utilizzati”.

L’obiettivo di una normativa europea in tal senso non ha dunque lo scopo di fare ‘un passo indietro’. ma risulta indispensabile per garantire ai cittadini europei il diritto inviolabile ad un utilizzo corretto dei propri dati personali, anche a fronte di una digitalizzazione del processo politico.

Le elezioni europee rappresentano un’arena nella quale questi passi avanti dell’Unione possono essere resi nel concreto. In particolare, quest’anno la tematica è stata particolarmente rilevante a causa delle elezioni a carattere nazionale che si sono susseguite in ben tredici paesi dell’Unione, e del dibattito ancora più che acceso che circonda la questione Brexit.

Buttarelli ha poi continuato a sottolineare quanto sia indispensabile occuparsi a livello europeo e nazionale di tematica della protezione dei dati, in particolar modo per quanto concerne le rivelazioni che hanno accompagnato il caso Cambridge Analytica. In merito alla più recente tradizione di alcune forze politiche di “acquistare” dati degli utenti da società appositamente create, come quest’ultima, il 27 marzo la Gazzetta Ufficiale dell’Unione ha pubblicato una modifica ad un regolamento europeo del 2014, il quale aveva istituito un’autorità europea adibita all’esclusivo controllo della regolarità delle attività propagandistiche di partiti e movimenti in corsa per le europee.

Ormai attivo, il regolamento prevede, come spiegato dal Garante, che i partiti (anche se “innocenti” ma parte di una coalizione in cui vi è almeno un partito coinvolto) che contravvengono alle norme sulla propaganda politica e sulla privacy dei dati, non solo siano esclusi dai fondi europei finalizzati al rimborso delle campagne elettorali, ma debbano corrispondere una multa del 5% del proprio bilancio.

Il Garante ha poi toccato un tema, se possibile, ancora più delicato, ovvero il fatto che al momento il modello di business dei giganti di Internet fa capo a un sistema democratico-liberale come quello statunitense, ma si stanno facendo sempre più spazio imprese tech cinesi che operano su un mercato globale ma rispondono a un Paese con regole differenti. Buttarelli si è poi detto “preoccupato” dei dubbi sulla sicurezza che circondano lo sviluppo del 5G (un ambito nel quale, tra l’altro, proprio la Cina sta facendo enormi passi avanti).

La rete di ultima generazione rappresenterà, secondo il Garante, un cambiamento radicale, una straordinaria opportunità che modificherà il nostro stile di vita e che rivoluzionerà campi come quello dell’automazione, ma potrebbe essere soggetto a una serie di problematiche. Per questo motivo un sistema, come quello europeo e italiano, che intende beneficiare di un dispositivo con questa tecnologia, deve aumentare senza dubbio il proprio impegno sul fronte della sicurezza. “Non ci devono essere passi indietro per quanto attiene il suo sviluppo”, ma contiene “delle vulnerabilità” per quanto riguarda il tema, ad esempio, della sorveglianza.

Fonte: Formiche

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