Mauro Masi
Presidente di Consap, delegato italiano alla Proprietà intellettuale
L'altra faccia del Dark Web contro la censura russa
Le notizie sono recentissime. Per bypassare la censura russa, dopo il blocco imposto da Mosca, Twitter ha lanciato una versione protetta del social cui gli utenti possono accedere scaricando il browser Tor. Anche la Bbc ha lanciato una sorta di Radio Londra in versione 5.0 cui è possibile accedere «utilizzando strumenti di elusione» come lo stesso Tor browser o l'app Psiphon. Quindi il dark web questa volta è utilizzato per fini virtuosi anche se, come più volte abbiamo sottolineato in questa Rubrica, continua a nascondere il peggio della rete.
Il costo occulto per stare sui social
In questa rubrica ci siamo fatti anche noi portatori della “modesta proposta” (per dirla alla Jonathan Swift) di rendere i social a pagamento al fine di poterne contenere l'abuso. Il tema è aperto in vari Paesi del mondo (non da noi in realtà, principalmente in Usa e in Francia) dove se ne discutono i pro e i contro e la concreta fattibilità. In questo dibattito si è aperto un interessante tema collaterale: si parte dall'assunto che oggi i social sono gratuiti, ma lo sono davvero? Per rispondere bisogna partire da una precisazione: gli utenti (cioè tutti noi) non sono i veri clienti dei social; i veri clienti sono invece le aziende che pagano la pubblicità e quelle che pagano per avere i (nostri) dati sulla rete.
È cambiato il concetto di privacy (e forse irreversibilmente)
Durante il periodo più acuto della pandemia e ancora in questi giorni si è sviluppato nel nostro Paese e nel mondo un ampio e acceso dibattito sulla possibilità di utilizzare nelle fasi post-lockdown delle app di tracciamento cioè sistemi di rete che possono identificare i contatti con possibili portatori del virus. Al di là delle problematiche giuridiche relative alla procedura di attuazione le questioni più spinose attengono al merito e si ricollegano al grande tema della tutela della privacy.