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'Lei a rischio contagio Covid-19', prima l'ATS Milano terrorizza i cittadini con un sms poi chiede scusa

Uno spavento non da poco si saranno presi quei cittadini di Milano che in questi giorni hanno ricevuto un sms dall’ATS Milano che li avvertiva di essere entrati a contatto con persone contagiate dal Coronavirus. Peccato che si trattasse di un madornale errore informatico dell’Agenzia di Tutela della Salute della Città Metropolitana di Milano.

Emergenza Covid-19, adesso anche sms inviati per sbaglio ai cittadini


Nel messaggio ricevuto sul proprio telefonino, gli utenti hanno letto il seguente testo: “ATS Milano. Gentile Sig/Sig.ra lei risulta contatto di caso di Coronavirus. Le raccomandiamo di rimanere isolato al suo domicilio, limitare il contatto con i conviventi e misurare la febbre ogni giorno. Se è un operatore sanitario si attenga alle indicazioni della sua Azienda”.

Anche se inizialmente i destinatari del messaggio potranno essere rimasti terrorizzati, avranno poi pensato ad uno scherzo di cattivo gusto, ma d’altra parte il mittente era proprio l’ATS e non lasciava spazio a troppi dubbi. E infatti era stata proprio l’Agenzia di Tutela della Salute ad aver combinato l’incredibile pasticcio.

Per cercare di correre ai ripari, nella giornata di martedì 26 maggio l’agenzia milanese ha poi inviato un ulteriore sms di rettifica, ma il danno ormai era stato fatto, con tutte le reazioni e le conseguenze del procurato allarme che si possono immaginare, come se non bastassero tutto lo stress e le preoccupazioni che hanno dovuto affrontare i cittadini da quando è iniziata l’emergenza da Covid-19.

Cittadini milanesi hanno ricevuto un messaggio che li avvertiva di essere a rischio Covid-19, ma era un errore

A rendere noto dell’increscioso incidente con un avviso sul proprio sito web, è stata la stessa ATS Milano, agenzia che fa capo alla Regione Lombardia la quale gestisce l'emergenza sanitaria, a quanto pare non proprio bene, perlomeno per quanto riguarda i trattamenti di dati personali, a maggior ragione del fatto che quando questi riguardano la salute degli interessati sono necessarie maggiori tutele per la “protezione delle persone fisiche”, come ricorda l’incipit del Gdpr.

Note Autore

Nicola Bernardi Nicola Bernardi

Presidente di Federprivacy. Consulente del Lavoro. Consulente in materia di protezione dati personali e Privacy Officer certificato TÜV Italia, Of Counsel Ict Legal Consulting, Lead Auditor ISO/IEC 27001:2013 per i Sistemi di Gestione per la Sicurezza delle Informazioni. Twitter: @Nicola_Bernardi

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