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La privacy nelle università: Intelligenza Artificiale e Big Data, tra responsabilità e opportunità

Negli ultimi anni, l'evoluzione tecnologica ha cambiato radicalmente il modo in cui le università gestiscono i dati degli studenti, del personale e dei ricercatori. L'introduzione di strumenti di intelligenza artificiale (IA) e i Big Data ha creato nuove opportunità per migliorare i servizi offerti agli studenti e per ottimizzare le attività accademiche e amministrative.

Tuttavia, questa trasformazione pone anche sfide significative dal punto di vista della privacy e della protezione dei dati personali, soprattutto alla luce del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), entrato in vigore nel 2018 nell'Unione Europea.

Le università trattano enormi quantità di dati personali: dalle informazioni anagrafiche degli studenti, alle loro performance accademiche, fino a dati sensibili relativi a questioni mediche o disciplinari. Il GDPR impone obblighi rigorosi alle istituzioni in termini di trasparenza, sicurezza e responsabilizzazione nella gestione dei dati personali. Non solo le aziende, ma anche le università devono pertanto conformarsi a queste normative per evitare pesanti sanzioni economiche e reputazionali. Un esempio significativo è la sanzione di 200.000 euro inflitta a un rinomato ateneo italiano nel 2021 per l’uso improprio di sistemi di IA senza adeguati controlli sulla protezione dei dati personali.

L'uso di tecnologie come l'IA e i Big Data permette alle università di analizzare i comportamenti degli studenti, migliorare le strategie didattiche e ottimizzare i servizi amministrativi. Questi sistemi possono, ad esempio, prevedere i tassi di abbandono scolastico o suggerire percorsi personalizzati per il successo accademico. Tuttavia, l'implementazione di tali tecnologie solleva una serie di preoccupazioni etiche e legali, in particolare quando i dati degli studenti vengono utilizzati senza il loro esplicito consenso o senza un'adeguata protezione contro gli abusi.

Il GDPR stabilisce che l’uso di dati personali, soprattutto quelli sensibili, richiede una base giuridica chiara, come il consenso informato o la necessità per l'esecuzione di un contratto. Nel contesto accademico, ciò si traduce nella necessità di informare gli studenti in modo trasparente su come i loro dati vengono raccolti e utilizzati, garantendo al contempo la loro sicurezza e la minimizzazione del rischio di accessi non autorizzati.

La sfida principale per le università, in un mondo sempre più digitale, sarà trovare un equilibrio tra l'uso efficiente delle nuove tecnologie e il rispetto della privacy degli individui.

L'adozione di strumenti di IA e Big Data nelle attività accademiche e amministrative deve avvenire in modo responsabile, garantendo che i dati personali degli studenti siano trattati in conformità con le normative vigenti.

Il rispetto della privacy e la protezione dei dati personali sono diventati temi centrali per le università di tutto il mondo. Mentre l'uso di tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale e i big data offrono opportunità straordinarie per migliorare l'offerta educativa e l'efficienza amministrativa, è fondamentale che le università si impegnino a garantire la sicurezza e la privacy dei dati di tutti i loro stakeholder. Attraverso una maggiore formazione, investimenti nella sicurezza informatica e la collaborazione con esperti del settore, le università possono non solo evitare sanzioni, ma anche costruire un ambiente più sicuro e trasparente per la gestione dei dati.

Note Autore

Angelo Andreozzi Angelo Andreozzi

Giurista in materia di protezione dei dati, addetto alle relazioni con il pubblico presso Federprivacy.

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