La Corte di Cassazione veniva chiamata a valutare la legittimità della sentenza emessa dalla Corte di Appello di Trieste del 22 novembre 2017, che aveva confermato la pronuncia di primo grado del Tribunale di Gorizia, 28 aprile 2016. Entrambi i tribunali avevano dichiarato l’imputato colpevole dei reati di sostituzione di persona, utilizzo indebito di dati personali e di tentata truffa in quanto questi aveva falsificato la patente di una terza persona, per finanziare l’acquisto di un computer con il nome di questi.