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Altro che ‘Apriti Sesamo”. La caverna digitale in cui sono custoditi i tesori degli assicuratori si è spalancata con “Admin Admin”.  Si potrebbe banalmente etichettare l’episodio come l’ennesima burla e non dare alcun peso al ulteriore dimostrazione di incapacità e di impreparazione nella gestione del patrimonio informatico anche da parte di chi certi rischi non può non conoscerli.

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Le compagnie assicurative devono consentire agli eredi, che ne fanno richiesta, l’accesso ai nominativi dei beneficiari indicati nelle polizze stipulate in vita da persone defunte.

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Una compagnia di assicurazioni tedesca aveva organizzato dei concorsi a premi, ma ai partecipanti non aveva chiesto solo i loro dati personali di contatto, ma anche altre informazioni come i dettagli della loro assicurazione sanitaria con lo scopo di utilizzarli a fini pubblicitari, senza però aver ottenuto un regolare consenso dagli interessati.

Il signor G. scopre che la signora D.D., di cui era erede legittimo, aveva sottoscritto una polizza vita, versando un premio di € 76.500,00, cifra superiore al valore dei beni caduti in successione, designando come beneficiario un soggetto terzo, il quale aveva poi incassato il premio. Richiedeva, quindi, alla società di assicurazioni I.S.V. copia del contratto di assicurazione nella sua interezza nonché copia delle successive dichiarazioni di nomina dei beneficiari. Il materiale richiesto gli perveniva ma oscurato nelle sezioni relative ai dati del terzo beneficiario.

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Il modello dell’accountability del Gdpr richiede un sistema di assicurazione generale della responsabilità civile. Lo stato delle cose ci fa dire che, ormai, bisogna essere pronti a discutere della necessità/opportunità di un sistema di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile per danni derivanti dal data processing. Così come bisogna essere pronti a meccanismi di indennizzo forfettizzato e a procedure apposite di media-conciliazione delle controversie in materia di sinistri da circolazione dei dati.

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Nel 2022 le pmi si connettono di più, ma la transizione digitale procede con lentezza e le imprese non sono ancora attrezzate per scongiurare attacchi informatici e data breach.a impresa medio-grande su tre e una pmi su sei hanno dichiarato di aver subito attacchi o intrusioni dall'esterno, con conseguente indisponibilità dei servizi, distruzione o corruzione dei dati o divulgazione di dati riservati. Si tratta di numeri che hanno subito un'impennata: nel 2019 erano una pmi su 10 e una impresa medio-grande su cinque.Inoltre, se la cybersecurity preoccupa sia pmi che grandi imprese, solo il 14,4% delle imprese minori ha stipulato un'assicurazione contro gli incidenti informatici. La cifra cresce fino al 45,1%, invece, per le imprese più grandi.

Secondo il Tar Puglia-Lecce in caso di incidente stradale e conseguenti responsabilità, la compagnia assicuratrice ha diritto a copia della registrazione della richiesta telefonica d’intervento pervenuta alla centrale operativa del 118, fatta salva la possibilità di procedere ad oscurare talune parti della documentazione qualora ciò si renda necessario a salvaguardia della privacy altrui.

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Rischio risarcimenti e sanzioni fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato annuo con il nuovo Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati personali. Fondamentale copertura assicurativa per consulenti e DPO. Bernardi: "Scelta professionisti non solo per competenze, ma anche per idonee garanzie finanziarie per responsabilità derivanti dalle attività professionali. Fondamentale che azienda esiga annualmente di ricevere evidenza copertura assicurativa". Convenzione Federprivacy con Essebi Insurance Broker per polizza con Argo attivabile dagli associati

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Con il Regolamento UE 2016/679 e il cyber risk, ai rischi di risarcimenti e sanzioni fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato, si aggiungono i pericoli derivanti da ransomware e data breach. Bernardi: "Ormai per le imprese la preoccupazione dei rischi sui dati supera quella per incendi e disastri naturali, e perciò è diventato cruciale disporre di un'adeguata copertura assicurativa". Convenzione a beneficio degli iscritti a Federprivacy con Area Broker & QZ.

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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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